Venezia, 10 agosto 2022 – Mare pulito sulla costa tra Venezia e Rovigo, dati microbiologici tutti entro i limiti di legge. Unica pecca la mancanza di informazioni ai bagnanti sulla qualità delle acque, obbligatorie per legge, e in alcuni punti pericolosi manca il divieto di balneazione. È il risultato delle analisi compiute da Goletta Verde in 11 località venete, monitorati dalla campagna estiva di Legambiente sulla qualità delle acque della regione.
Ma non è tutto oro quel che luccica. “Questi parametri tutti entro i limiti, ci fanno pensare che la grande siccità di questo periodo ha evitato che emergessero le criticità relative alla scarsa depurazione in diversi comuni della Pedemontana e della media pianura veneta”, sostiene Maurizio Billotto, vicepresidente Legambiente Veneto. A inizio estate, il Veneto è stato premiato con 9 banduiere blu, mentre sulel Dolomiti il Lago del Mis è stato ritenuto da Legambiente il più bello d'Italia.
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Dove sono stati prelevati i campioni
Undici i punti analizzati dai volontari lungo le coste lo scorso 19 luglio dai volontari, tre provette sono state riempite con acqua prelevata al mare e altre sette tra foci e canali, tra cui un punto nella laguna del Mort, nella veneziana Eraclea. Otto campionamenti sono stati eseguiti in provincia di Venezia: tre nel comune di Caorle, due a Cavallino Treporti e uno a Chioggia, Eraclea e Jesolo. Altri tre campioni sono stati prelevati in provincia di Rovigo: due a Porto Tolle e uno a Rosolina.
“Nota dolente, in Veneto così come in diverse altre regioni italiane – sottolinea Legambiente – è l'informazione sulla qualità delle acque ai bagnanti, in quanto in nessuno degli undici punti monitorati è stata riscontrata la presenza della cartellonistica che indica i valori della qualità delle acque, ormai obbligatorio per legge da diversi anni. Inoltre, solo in due delle sette foci monitorate era presente il cartello di divieto di balneazione”.
Effetto della depurazione?
Per Maurizio Billotto, vicepresidente Legambiente Veneto “non è altro che la cartina tornasole del buon lavoro svolto in termini di depurazione lungo il litorale e nella bassa pianura”. Quindi “investimenti efficaci”, ma questi parametri tutti entro i limiti “ci fanno pensare che la grande siccità di questo periodo ha evitato che emergessero le criticità relative alla scarsa depurazione in diversi comuni della Pedemontana e della media pianura veneta”.
Pesca illegale sotto i riflettori
Il mare veneto, però, ha anche altri problemi, come evidenziato dal rapporto Mare Monstrum, come la pesca illegale. Ma non solo. “Non dobbiamo trascurare il tema della biodiversità. la tutela di specie e habitat ha anch'essa positive ripercussioni nel settore del turismo”.
Secondo Stefano Raimondi, portavoce di Goletta Verde, l'esito dei campionamenti veneti “è un segnale incoraggiante, ma non dobbiamo abbassare la guardia, perché pensiamo che ci sia ancora da lavorare nelle aree dell'entroterra in termini di depurazione delle acque e infrastrutture collegate”.