REDAZIONE VENETO

Una lettera sulla tomba di Giulia Cecchettin: “Ossessivo con la mia ex, sono cambiato sentendo di Filippo”

A ritrovare il messaggio è Andrea Camerotto, lo zio della ragazza uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta. Il mittente: “Ho deciso di guardarmi dentro e riflettere sulla mia situazione”

A sinistra Giulia Cecchettin; a destra la lettera ritrovato sulla sua tomba

A sinistra Giulia Cecchettin; a destra la lettera ritrovato sulla sua tomba

Roma, 30 dicembre 2023 – Un marmo bianco a fare da letto ad una distesa di fiori. E poi incastonato tra il bocciolo di una rosa e lo stelo di un tulipano, una lettera scritta a penna blu indirizzata a Giulia Cecchettin e per questo posata sulla tomba nel cimitero di Saonara, in provincia di Padova. Nelle due pagine scritte di pugno c’è la storia di un uomo – si firma Filippo nella missiva – che dopo il femminicidio di Giulia per mano dell’ex fidanzato Filippo Turetta, racconta di essere cambiato. Perché quel delitto lo ha toccato profondamente, tanto da spingerlo a riflettere su di sé, sulle emozioni nei confronti della sua ex, sull’ossessione di Turetta e che parte da quelle “piccole cose tutt’altro che piccole” che possono passare per la testa degli uomini. Il Filippo della lettera inizia scusandosi “per l’ennesimo nostro fallimento”. 

A ritrovare il messaggio è Andrea Camerotto, lo zio di Giulia, racconta il Corriere del Veneto, che lo ha postato su Facebook. “Ci sono uomini – scrive Camerotto – che capiscono e si fanno giustamente un esame interiore per essere veri uomini. Grazie Filippo”.

Il contenuto della lettera 

"Nel periodo in cui s'è iniziato a parlare della tua vicenda in tv – scrive il mittente della lettera rivolgendosi a Giulia – mi scrivevo ancora con la mia ex per la quale provavo ancora qualcosa. Nei giorni ha iniziato a ignorarmi e quindi, dato che si parlava spesso di come Filippo Turetta fosse ossessivo nei tuoi confronti, ho deciso di guardarmi dentro e riflettere sulla mia situazione”. “In queste situazioni – prosegue il giovane – è molto facile uscirsene con affermazioni come 'non sono così anche io’ o 'non siamo tutti mostri’. Però sono convinto che il tutto sia iniziato dalle piccole cose, talmente piccole che talvolta non ce ne rendiamo nemmeno conto”. L'autore della lettera si dice grato ai familiari di Giulia per averlo stimolato a riflettere. “Alcuni –scrive ancora – dicono che la sua morte sia stata utile... ma come si può reputare una morte utile quando questi tragici eventi accadono ogni giorno (quasi) da anni e la situazione sembra non cambiare. La rabbia e la pena che personalmente provo nei confronti di questi ragazzi e uomini è tanta... ma sono io poi così diverso? D'altronde molte volte le piccole cose – conclude –noi non le notiamo. Un abbraccio da un quasi vicino di paese”.