Venezia, 4 agosto 2024 – A una settimana dalla pubblicazione delle intercettazioni in carcere tra Filippo Turetta e il padre Nicola, Gino Cecchettin commenta la vicenda. A ‘La terrazza della dolce vita’, evento condotto da Simona Ventura e da Giovanni Terzi al Grand Hotel di Rimini, il papà di Giulia ha etichettato come “inutile e di nessun valore” la condivisione da parte dei media della conversazione.
Cecchettin ha dichiarato di non voler dare lezioni ai genitori di Turetta: “Dopo il dolore per la morte di Giulia, in confronto a quel dolore, il resto è nulla per me. Non sta a me giudicare l'operato di un altro papà e quindi non lo giudicherò”. Ha poi raccontato di aver mantenuto i contatti con Nicola Turetta: “Mi ha scritto durante le feste”.
Il padre di Filippo aveva già chiesto perdono per le frasi di quella famigerata conversazione: “Chiedo scusa, erano frasi senza senso, quegli istanti per noi erano devastanti, avevo paura che mio figlio si suicidasse”. Dalle intercettazioni era emerso che Nicola Turetta aveva rincuorato il 22enne dicendogli che non era un assassino: “Non sei stato tu, non potevi controllarti”, e poi “Ci sono altri duecento femminicidi. Hai fatto qualcosa, ma era un momento di debolezza”.
Cecchettin ha parlato anche del libro ‘Cara Giulia’, un progetto “per aiutare le donne vittime di violenza, donando un po’ di lei”. “Abbiamo costituito una fondazione per sensibilizzare e aiutare chi già opera sul territorio per sostenere le donne vittime di violenza – ha illustrato – Vogliamo costituire una rete di professionisti per andare nelle scuole a sensibilizzare sul tema della violenza di genere e aiutare i ragazzi a riconoscere le relazioni tossiche”. E la fondazione avrebbe già dato i suoi primi risultati: “Un ragazzo in virtù della storia di Giulia ci ha scritto dicendo che forse aveva qualche problema da curare. Magari se non fosse successo sarebbe stato un potenziale... chiamiamolo potenziale. Però già il fatto che lui l'abbia riconosciuto è un primo passo. Cerchiamo di salvare più vite possibili”.