Omicidio di Vanessa Ballan: un altro stalker nel passato della 26enne uccisa da Fandaj. La storia e il processo

Ieri sera una veglia per la donna nel Duomo di Castelfranco (Treviso). Il parroco: “Serve la forza di non voltare la testa”. Il killer l’aveva già aggredita altre volte: Nordio chiede gli atti dell’inchiesta

Treviso, 23 dicembre 2023 – Due anni di incontri clandestini e poi la fine: Vanesa Ballan è stata uccisa a coltellate con il suo bambino in grembo. Era alla 12esima settimana la 26enne ammazzata dal 41enne Bujar Fandaj, una storia terribile sulla quale il ministro Carlo Nordio vuole vederci chiaro e per questo ha chiesto una relazione sul procedimento per stalking

I segnali c’era tutti, sembra che l’ex amante avesse già aggredito tre volte Vanessa: 20 giorni fa era entrato con un coltello in mano nella villetta di Riese Pio X (dove poi l’ha ammazzata), poi l’aggressione davanti al supermercato ripresa dalle telecamere e alla fine la mattanza del 19 dicembre.

A fine ottobre la procura aveva sequestrato il cellulare usato dall’uomo per ricattarla, ma l’analisi dei tabulati è arrivata il giorno dopo il femminicidio.  

Spunta un altro particolare inquietante nella vita della 26enne: una precedente denuncia per stalking a carico di un altro uomo, poi ritirata in fase di processo. 

La veglia per Vanessa

“Non possiamo cambiare il passato, ma possiamo contribuire a costruire un futuro migliore. Serve la forza di non voltare la testa”. Lo ha detto ieri sera il parroco del Duomo di Castelfranco Veneto, don Claudio Bosa, durante la veglia per Vanessa Ballan, la giovane mamma uccisa a coltellate a Spineda di Riese dall’imprenditore kosovaro di Altivole.

Alla cerimonia religiosa hanno preso parte nel primo banco Roberta e Stefano, i genitori della 26enne assassinata, insieme al fratello, ai nonni e agli altri parenti. Al loro fianco anche la famiglia del compagno, Nicola Scapinello. “Ci aspetta un Natale triste – ha ricordato il sacerdote – non possiamo cambiare il passato, ma possiamo contribuire a costruire un futuro migliore. Continuiamo a pregare per Vanessa, per la piccola vita stroncata nel suo grembo, per la sua famiglia e quella di Nicola”.

Un pensiero alla giovane è stato rivolto anche dal vescovo di Treviso, Michele Tomasi: “Ci sono tempi in cui sembra più difficile e impegnativo del solito fare degli auguri, in particolare proprio gli auguri di buon Natale. Forse non è tempo di auguri. No, se gli auguri – ha concluso – sono l'invito generico a sollevare il morale, a fare un poco di festa”.

Rapporti sessuali estorti col ricatto

Nella denuncia per stalking presentata due mesi fa dalla 26enne – che si è presentata alla caserma dei carabinieri insieme al marito Nicola Scapinello – sarebbero stati messi nero su bianco diversi segnali preoccupanti, che non andavano sottovalutati. I rapporti sessuali non consenzienti estorti da Fandaj sotto la minaccia di mostrare un video hot al marito. 

La foto con il figlio della donna

Dopo due anni di incontri clandestini, il 41enne voleva costringere Vanessa a lasciare il marito e andasse a vivere con lui. Nel suo appartamento di Altivole, i carabinieri avevano trovato una foto di Fandaj con Vanessa e il figlio di 4 anni della donna: uno scatto immortalato nel giardino della villetta di Riese Pio X, la casa diventata teatro del femminicidio.

Un altro stalker nella vita di Vanessa

Nel 2021, Vanessa era stata perseguitata da un altro uomo, conosciuto pochi mesi prima di Fandaj. Anche il quel caso c’erano stati appostamenti molesti davanti al supermercato, messaggi minatori e telefonate insistenti. Anche in quel caso, la 26enne aveva sporto denuncia. La procura aveva aperto un fascicolo e aveva rinviato l’uomo a giudizio, ma ai primi dibattimenti del processo Vanessa Ballan ritirò la denuncia e il caso si chiuse.

Nordio chiede gli atti dell’inchiesta

Perché nessuno ha fermato il killer di Vanessa dopo la denuncia dello scorso 25 ottobre? È questo uno dei punti oscuri che il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, vuole chiarire: ha chiesto agli uffici competenti del Dicastero di acquisire negli uffici giudiziari una relazione dettagliata sull’indagine precedente al femminicidio.

Confermata la gravidanza: test del Dna

È stata confermata dall’autopsia la gravidanza della donna: era alla dodicesima settimana di gestazione. Nei prossimi giorni sarà eseguito sul feto anche un test del Dna per accertare la paternità. Il dubbio del pm è che quel figlio potesse essere di Fandaj. La famiglia attende il nulla osta della magistratura per fissare la data dei funerali.