MARIO TOSATTI
Cronaca

Fatture false per mezzo milione, sequestrati oltre 100mila euro ad una società

Il provvedimento è nei confronti di un'attività che operava nel settore del commercio all'ingrosso di elettrodomestici

Agenti della Guardia di Finanza

Vicenza, 14 febbraio 2023 – Si tratta di un'operazione messa in atto nei giorni scorsi dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza, su delega della Procura della Repubblica di Verona. I finanzieri berici hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Giudice per le indagini preliminari del tribunale scaligero, finalizzato alla confisca di beni e disponibilità finanziarie a carico di una società di Montecchio Maggiore (attualmente in liquidazione) che aveva operato nel settore del commercio all'ingrosso di elettrodomestici ed elettronica e nei confronti del legale rappresentato e dell'amministratore di fatto, per un valore complessivo di euro 102.264,75 .Il provvedimento cautelare ha avuto origine da un intervento di polizia economico-finanziaria condotto dalle Fiamme Gialle di Arzignano, che si era concluso con la denuncia all'autorità giudiziaria del titolare e del prestanome della società.

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Costi fittizi

Questi avevano indicato, nella dichiarazione dei redditi per l'anno 2012, costi fittizi per euro 589.239,75 mediante l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, al solo scopo di evadere l'imposta sul valore aggiunto. Nel corso delle indagini è emersa un'articolata frode fiscale, grazie all'interposizione di una serie di società fittizie, operanti come società cartiere. La società controllata, infatti, quale cessionario finale, aveva beneficiato insieme ad altri soggetti economici, tutti operanti nel settore del commercio di materiale tecnologico/informatico, di un meccanismo complesso di frode carosello all'Iva. Tutto questo mediante la reiterata emissione di fatture per operazioni inesistenti. In particolare, si era avvalsa di fatture soggettivamente inesistenti emesse da una società filtro a Vicenza, e inattiva dal 2011, rappresentata dalla compagna dell'amministratore di fatto dell'azienda. Tutte operazioni che hanno garantito un duplice vantaggio. Uno fiscale, derivante da un credito Iva pari a euro 102.264,75 per l'acquisto di beni in regime ordinario, imposta non assolta già in origine dall'importatore della società cartiera. L'altro economico, dato dalla possibilità di presentarsi sul mercato con prezzi più competitivi rispetto alle aziende di settore sane e rispettose delle regole.