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Covid Veneto, Zaia replica alle accuse: “Nessuna denuncia a Crisanti”

Il governatore veneto approfitta della presentazione del suo libro per togliersi qualche sassolino dalla scarpa

Il governatore veneto Luca Zaia

Cortina d'Ampezzo, 3 gennaio 2023 - Approfittando della presentazione del suo libro tra le nevi di Cortina, Luca Zaia si toglie qualche sassolino dalla scarpa in merito alle intercettazioni - rivelate da report - sul senatore e microbiologo Andrea Crisanti emerse nell'indagine padovana sui tamponi rapidi e che hanno fatto esplodere la polemica sulla gestione del Covid in Veneto.

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Nessuna denuncia a Crisanti né attacco alla ricerca scientifica, ma una strenua difesa della validità delle scelte per arginare l'ondata di Covid e del lavoro personale e di 'squadra'.

"Con i miei dirigenti parlo in veneto”

La polemica verte intorno alle frasi rivolte da Zaia al dg di Azienda Zero, Roberto Toniolo, in cui il presidente si riferirebbe a Crisanti con la volontà di farlo 'schiantare'. "Una cosa che lascia senza parole. Vedere la vera faccia del potere e come viene esercitato fa orrore", ha detto il microbiologo. Zaia nel pomeriggio ha rivelato che nell'indagine "ci sono quattro telefonate mie; io non ero intercettato, mi hanno detto che non potevano essere pubblicate ma non importa, sono responsabile di quello che dico, e lo confermo". Ma ha anche fatto notare che "con i miei dirigenti io parlo in veneto" e intanto "toni e modalità sono diverse. Al di là delle battute, dico al mio dirigente che è un po' che va avanti questa solfa che abbiamo denunciato Crisanti. Non è vero".

La ricostruzione di Zaia

Il presidente ha quindi ricostruito tutta la vicenda legata alla pandemia, e di aver chiesto ai tecnici di "notificare alle Procure con cadenza regolare la storia di quello che stavamo facendo, perché è tutta una prova sul campo, e noi avevamo le mani nude. Io penso che abbiamo mandato bancali di carte in Procura". E ha rivendicato per l'ennesima volta di aver deciso "da solo" il tamponamento di massa a Vò Euganeo, chiusa in un cordone sanitario. Crisanti, ha specificato, è intervenuto in seguito proponendo uno studio sull'"enclave" così creata, con tamponi 'in uscita'. Zaia ricorda poi le accuse di "censura" alla libertà di ricerca, che aveva sollevato la protesta del Senato accademico di Padova. "Scopro che i miei - ha riassunto - senza confrontarsi, fanno due righe e dicono 'non è vero niente', e la polemica sparisce. Mi son preso settimane di polemiche, insulti. Stavo parlando non con un sicario ma col direttore generale di Azienda Zero, il quale dipende da me, e gli chiedo perché mandare una lettera nel momento in cui andiamo al 'vedo', perché - ha notato in conclusione - resto lì a far la figura del bugiardo per settimane". Quanto al rapporto incrinato con Crisanti, Zaia ha detto che "non sono mai state negate le risposte, gli investimenti, e ad oggi, anche se non so che fine abbia fatto il comitato scientifico per il Covid, nessuno lo ha mai sostituito. Resta un valido professionista. Ma, mettevi nei miei panni: mi chiamavano i giornalisti dicendomi che il professore aveva reso pubblici i mie messaggi su whatsapp".