Venezia, 23 giugno 2021 – Entro due anni le confederazioni degli industriali del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia si uniranno in un’unica Confindustria. Lo hanno annunciato questa mattina il presidente della sezione veneta, Enrico Carraro, e di quella friulana, Giuseppe Bono, commentando il progetto nato dalla firma di una lettera d’intenti.
“L'aspetto dimensionale – ha dichiarato Carraro – è strategico nelle associazioni di imprese, e per qualità di servizi offerti lo è anche al nostro livello. Non siamo noi a decidere, bensì le nostre territoriali, che oggi hanno già dato un endorsement alle operazioni”.
Carraro e Bono: “Inclusivi e aperti anche ad altre realtà”
Nel progetto, assicurano i due presidenti, non ci saranno preclusioni di sorta: “Confindustria Nordest sarà aperta a Emilia-Romagna, Trentino e Alto Adige, che sanno già del nostro progetto. Noi lavoriamo a un protocollo inclusivo, ma la scelta deve essere ragionata. Non possiamo forzare nessuno”.
Il referente di Confindustria Veneto ha poi aggiunto che il progetto dovrebbe “essere di riferimento per la politica, con la quale vogliamo confrontarci sull'intero asse dei porti e sull'alta velocità”. Bono ha invece aggiunto che “noi vorremmo essere anche degli interlocutori della politica e delle aziende che sono in crisi”.
“Da Trieste a Verona il problema è trovare personale”
“Non è detto – ha proseguito il presidente degli industriali del Friuli-Venezia Giulia – che dobbiamo mantenere in piedi persone per sempre: li prendiamo, li formiamo ed evitiamo di avere disoccupazione. Non si può stare per anni in cassa integrazione”.
I due, infine, hanno concordato sul fatto che “le imprese hanno bisogno di assumere: il vero problema, oggi, è trovare personale per le aziende, da Trieste a Verona. Il blocco dei licenziamenti non ha permesso osmosi tra imprese che vanno bene e male, non è stato possibile formare persone. Ora è giunto il momento di correggere il tiro. Il nostro obiettivo è quello di riportare vigore ad un percorso confindustriale del Nordest”.