Belluno, 25 gennaio 2023 - Ancora distacchi e tragedia sfiorata. Due valanghe si sono verificate oggi sulle Dolomiti Bellunesi.
Una slavina (la seconda della giornata) staccatasi nella zona Pre de Padon di fronte al massiccio della Marmolada sopra il lago Fedaia tra Veneto e Trentino ha travolto una donna, 52 anni veneziana, che è stata estratta viva grazie all'intervento di altri sciatori presenti: le sue condizioni non sono ritenute gravi da soccorritori giunti sia da Canazei che da Trento con l'elisoccorso.
La sciatrice di Mestre (Venezia), uscita in fuoripista, travolta dalla valanga non distante dalla pista Padon 2, nel comprensorio Arabba/Marmolada, è stata sommersa da oltre un metro di neve. La prima valanga è caduta non distante dalla pista Fedare sul Nuvolau attorno a mezzogiorno e mezzo. A seguito delle operazioni di soccorso effettuate con l'elicottero dell'Air Service Center ed unità cinofila è stata esclusa la presenza di persone sotto la massa nevosa.
Proprio mentre stava atterrando in supporto alle operazioni l'elicottero dell'Air service center con a bordo equipe medica, tecnico di elisoccorso e unità cinofila, l'equipaggio e stato immediatamente dirottato sulla seconda valanga non distante dalla pista sul Padon.
La sciatrice, individuata ed estratta dalla neve da altri sciatori, è stata subito presa in carico dal personale medico, sbarcato nelle vicinanze, per i possibili traumi riportati e per la probabile ipotermia. La donna è stata poi recuperata dall'eliambulanza di Trento sopraggiunta nel frattempo con un verricello di 20 metri e trasportata in ospedale. Feriti anche un 25enne, investito da una valanga che si è staccata sopra Canazei, in Val di Fassa, nella zona della baita Fredarola vicino alle piste del Belvedere, e un'altra persona, estratta dalla massa di neve staccatasi dal monte Elmo a Sesto, in val Pusteria.
Una vittima ieri sul Lagorai
I due distacchi tra il Trentino e il Veneto, arrivano a 24 ore dalla valanga sul gruppo del Lagorai, in cui è morta una scialpinista trentina. Valanghe, ribadiscono gli esperti, dovute al vento e alle abbondanti nevicate dei giorni scorsi che si sono andate a depositare su un manto di neve vecchia e instabile che non è in grado di 'trattenere' la massa nevosa. Un doppio filo corre invece tra la Marmolada e gli alpinisti travolti nel pomeriggio di martedì 24 gennaio da una valanga sul Lagorai, in Trentino. Arianna Sittoni, la 30enne morta nell'incidente a valle di Forcella Ravetta, era scampata per un soffio al disastro dello scorso 3 luglio in cui morirono 11 persone. Quel giorno stava scalando la parete sud della Regina delle Dolomiti, senza sapere che sull'altro versante una parte di una calotta di ghiaccio si era staccata improvvisamente, travolgendo gli escursionisti. Venuta a conoscenza della tragedia, aveva scritto sui social: "Alla montagna non si comanda, ci si trova semplicemente nel posto sbagliato al momento sbagliato". E anche il 46enne Guido Trevisan (originario di Noale, Venezia), sopravvissuto per miracolo alla slavina di martedì, è legato alla Marmolada: è stato infatti per 20 anni gestore del rifugio di Pian dei Fiacconi, distrutto a dicembre 2020 da una valanga. Partito insieme a Sittoni di prima mattina, i due scialpinisti sono saliti fino a 2.100 metri di altitudine, dove sono stati investiti da una massa di neve probabilmente generatasi da un grosso accumulo dovuto al vento. I soccorritori lo hanno trovato, provato ma ancora cosciente, grazie al localizzatore Artva. Il 46enne, che non è in pericolo di vita, è stato trasferito all'ospedale Santa Chiara di Trento a tarda notte. Per la giovane scialpinista 30enne invece non c'è stato nulla da fare.