Treviso, 17 agosto 2024 – Macchie di sangue nell’auto di Alex Marangon? È quello che si chiede la famiglia del 25enne di Marcon trovato morto nel Trevigiano, per questo è stata depositata in procura una richiesta di analisi su alcune delle macchie rinvenute all'interno dell'automobile con cui Alex era arrivato alla festa sciamanica di Vidor. Al momento la vettura non sarebbe stata sequestrata e le macchie sospette sarebbero state scoperte dalla famiglia del ragazzo.
Intanto stanno per essere depositate in procura una memoria scritta dei due curanderos colombiani presenti quella notte al ritiro sciamanico di Vidor: le anticipazioni del legale degli sciamani.
Il legale: "Caso molto complesso”
Lo ha reso noto l’avvocato della famiglia, Stefano Tigani, precisando che l'istanza è stata avanzata alcuni giorni fa e la vettura non risulta essere stata sequestrata dagli inquirenti, Si potrebbe pensare che si tratti di sangue, l'analisi è stata chiesta appunto per accertare la circostanza. “Un caso molto complesso – commenta Tigani – vorrei invitare alla prudenza nella divulgazione di notizie così delicate”.
Alex Marangon era scomparso la notte tra il 29 e il 30 giugno scorso a Vidor (Treviso) durante un ritrovo di seguaci di un gruppo sciamanico ed era stato ritrovato morto due giorni dopo sul greto del fiume Piave, qualche chilometro più a valle.
La memoria degli sciamani
“Alex non stava bene, si è allontanato da solo”. Nei prossimi giorni dovrebbe essere depositata in procura la memoria scritta dei due curanderos colombiani Jhonni Benavides e Sebastian Castillo, presenti a Vidor quella notte all’abbazia Santa Bona. Nello scritto spiegheranno la loro versione dei fatti su quanto accaduto alla festa sciamanica tenutasi la notte tra il 29 e il 30 giugno scorso.
“Ho le memorie dei miei clienti, ma prima di darle ai carabinieri vorrei fare una riunione con loro”, ha spiegato al Corriere l’avvocato dei due colombiani. Alex non stava bene, si è allontanato da solo. Tutti i partecipanti stanno dichiarando la stessa cosa – detto il legale al Corriere – crediamo che la verità stia nelle parole di chi era presente: questa ipotesi dell’omicidio per noi non ha alcun senso”.
"Alex si è allontanato da solo”
"Quella sera – continua l’avvocato, anticipando il contenuto della memoria difensiva – c’erano un gruppo di persone vicine al fuoco: Alex si è allontanato per andare in giardino, Jhonni (Benavides) è andato con lui, ma non capiva quello che diceva. Quindi è entrato in abbazia per chiedere l’intervento del traduttore, quando è uscito di nuovo Alex si era allontanato. Non è vero che i due miei assistiti siano scappati la mattina presto, sono rimasti all’abbazia fino alle 11, a disposizione di chi volesse parlargli”.