Treviso, 2 agosto 2024 – Si continua a cercare di capire cosa sia successo ad Alex Marangon, il barman 25enne trovato morto il 2 luglio su un isolotto del Piave dopo una festa sciamanica all’abbazia di Santa Bona di Vidor, nel Trevigiano. Nel pomeriggio di ieri, la procura di Treviso ha annunciato di voler sottoporre all’esame del capello tutti i partecipanti al ritrovo.
Cos’è l’esame del capello
Con questo test, le autorità intendono individuare tracce di eventuali sostanze stupefacenti che i presenti potrebbero aver assunto durante la due giorni a Vidor. Nel mirino in particolare l’ayahuasca, un’erba allucinogena amazzonica che dovrebbe essere stata consumata e che potrebbe essere la causa scatenante della perdita di controllo di Marangon.
Di solito i capelli analizzati sono quelli prelevati nella parte posteriore della testa: serve infatti che siano il più vicino possibile al cuoio capelluto. Quando vengono assunte, le sostanze stupefacenti entrano in circolazione nell’organismo e quindi anche nei capelli, dove sono rilevabili relativamente a lungo poiché vi vengono ‘immagazzinate’ durante la crescita, pari a circa 1-3 centimetri al mese.
Gli esami tossicologici
Si è ancora in attesa dei risultati degli esami tossicologici effettuati sul corpo di Marangon, che potrebbero dare delucidazioni sulle sostanze eventualmente assunte a Vidor. Non si esclude infatti che possano aver giocato un ruolo rilevante nella sua morte, causando magari una ‘perdita di controllo’ che possa averlo spinto a gettarsi nel Piave o che possa aver richiesto un intervento dei presenti poi finito in tragedia.
Le ipotesi
Al momento del ritrovamento del cadavere, si è da subito ipotizzata una nuotata finita male: probabilmente per via di un malore, Marangon potrebbe essere annegato durante un bagno nel Piave. In seguito, l’autopsia ha evidenziato gravi ferite alla testa e sul fianco sinistro del corpo, compatibili con dei colpi con un oggetto contundente. Si è quindi fatta strada l’ipotesi dell’omicidio.
I partecipanti alla festa sciamanica hanno negato tutte le accuse: il 25enne si sarebbe allontanato, e tutti loro si sarebbero messi alla sua ricerca entro pochissimi minuti, specie dopo aver sentito un grido e un tonfo.
A seguito di una successiva perlustrazione dell’abbazia, è tornata rilevante la pista della caduta o del tuffo dal belvedere che dà sulla macchia a ridosso del fiume. Resta tuttavia incomprensibile come Marangon possa essere da lì giunto nel Piave, in quanto tale balcone non sovrasta direttamente il corso d’acqua.
I dubbi della famiglia
La famiglia Marangon ha più volte chiesto ai partecipanti alla festa di parlare, sostenendo sia impossibile che nessuno abbia visto o sentito qualcosa. Hanno paventato l’ipotesi che il 25enne possa essere stato colpito per ‘contenerlo’ in un eccesso dato dall’abuso di sostanze stupefacenti: in questo caso, a loro detta, il responsabile andrebbe cercato tra i presenti.