Un’agonia di undici giorni poi la morte al termine di una vita travagliata fin da quando Monica, una ragazza-madre, l’aveva messo al mondo. Francesco Favaretto, 22 anni, era stato aggredito da una banda di dieci bulli in una via del centro per una questione di droga; gli erano stati rubati zainetto, nel quale c’era dell’hashish, e smartphone. Il dato drammatico è che gli assalitori – tutti nati in Italia da famiglie immigrate – sono più giovani della vittima, fra loro anche ragazze.
Al termine delle indagini – effettuate dalla squadra mobile diretta da Luca Lovato e coordinate dal sostituto procuratore Giovanni Valmassoi e dal pm Giulio Caprarola – sono finiti in carcere tre ragazzi di 19, 18 e non ancora 15 anni, accusati di omicidio volontario e rapina aggravata; una diciannovenne è indagata a piede libero per concorso in omicidio volontario; un maggiorenne e gli altri cinque minorenni sono denunciati per rapina. Oggi davanti al gup, Carlo Colombo, gli interrogatori di garanzia. Francesco è finito in coma dopo essere stato colpito in via Castelmenardo con un coltello al torace almeno tre volte, poi con una bottigliata in testa e infine con un vetro della stessa al collo.
La vittima non aveva precedenti giudiziari, ma segnalazioni amministrative come consumatore di droga: fin dall’adolescenza combatteva quel demone che l’aveva portato anche in una comunità di recupero. Sui motivi della rissa sono ancora in corso gli accertamenti. Quando sarà possibile esaminare il suo cellulare, gettato nel Sile e recuperato dalla polizia su cui i tecnici stanno lavorando, è probabile che con eventuali scambi di messaggi e chiamate possa essere stabilito il movente. Il diciannovenne fermato avrebbe raccontato alla polizia che Francesco, "barcollante, fatto di ketamina", gli avrebbe offerto uno spinello; al secondo incontro con tutto il gruppo sarebbe scoppiato il finimondo durante la contrattazione per la droga. La vittima, che era assieme a un’amica, avrebbe cominciato a offendere i ragazzi che l’hanno spintonato, rapinato e poi in quattro – i tre arrestati e la ragazza – lo avrebbero colpito con veemenza. Versione in parte confermata da telecamere private della zona. Il giorno successivo all’agguato gli agenti avevano trovato in via Castelmenardo alcuni dei sospettati, qualcuno con gli stessi vestiti. Perquisendo casa dei tre arrestati hanno trovato abiti insanguinati.
Per completare il quadro accusatorio e stabilire quale colpo abbia portato alla morte di Francesco e chi l’abbia sferrato gli inquirenti aspettano i risultati dell’autopsia, che sarà effettuata venerdì 27. Bisognerà poi capire se qualcuno del gruppo conosceva Favaretto come spacciatore. "Era un santo ragazzo" ha detto fra le lacrime la madre. "Anche lei è una vittima" dice un’amica.