Venezia, 17 gennaio 2022 – "È innegabile che da qualche giorno la curva si sia raffreddata e appiattita, questa è la settimana cruciale per il giro di boa. Da giorni siamo intorno alle 220 unità in terapia intensiva e questo è un bel segnale: i vaccini funzionano”, dice il governatore del Veneto, Luca Zaia, commentando i dati di oggi del bollettino Covid. Nelle ultime 24 ore, il Veneto ha registrato 6.381 nuovi casi su 50.302 tamponi analizzati e con un’incidenza del 12,69%. In Veneto l'occupazione in area medica è del 25%, quella delle terapie intensive al 20%, l'indice Rt è dell'1,3, e l'incidenza di 2.400 casi su 100mila abitanti.
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Le cartelle cliniche di 2 milioni e 700mila malati Covid sono state analizzate dall’Università di Padova per capire l’incidenza dei vaccini sul decorso della malattia. Il risultato è confortante: mortalità più bassa tra i vaccinati, meno ospedalizzazioni e più asintomatici. A spiegare i dati della ricerca è Vicenzo Baldo del Dipartimento di medicina molecolare dell'Ateneo di Padova. Ecco tutti i dati.
Cosa succede oggi in Veneto:
- Frenata dei contagi, Zaia: "Il vaccino ha fatto il suo lavoro”
- Test fai-da-te? "Siamo pronti"
- Zaia: "Combinato disposto di un disastro"
- Contagi e ricoveri: a che punto sono
- Asintomatici, revisioni in vista
- La proposta del Veneto
- Le province, ecco i numeri dei contagi
- Il picco dei contagi: quando
- Il riepilogo della situazione: rivedi la diretta di Luca Zaia
Frenata dei contagi, Zaia: "Il vaccino ha fatto il suo lavoro”
La campagna di immunizzazione è il solo elemento ad avere numeri regolari: anche ieri, domenica, sono state praticate oltre 50.000 somministrazioni, con le terze dosi trainanti (31.150), e un tasso di copertura con prima inoculazione che raggiunge il 24,4% dei bambini tra 5 e 11 anni.
“Forse la regione ha iniziato quella fase di plateau che, dopo picchi da oltre 21.000 contagi al giorno, potrebbe portare alla discesa”. Il presidente Luca Zaia guarda la situazione attraverso i dati degli ospedali: “Questa settimana è cruciale, di certo. Abbiamo il dato negativo di 200 persone in terapia intensiva, ma d'altra parte ormai da una decina giorni siamo lì intorno. È chiaro che il vaccino ha fatto il suo lavoro”.
Test fai-da-te? "Siamo pronti"
Intanto la discussione sulla validità dei test fai-da-te si fa sempre più pressante, a sbloccare lo stallo è stata l'Emilia Romagna, prima regione in Italia a considerare validi gli "autotest" per uscire dalla quarantena. “Ad oggi l'utilizzo dell'autotest non è autorizzato, non c'è nessuna carta sul territorio che permetta alla Regione un uso del genere”. È il commento del presidente del Veneto Luca Zaia, a proposito dell'iniziativa dell'Emilia- Romagna sulla validità degli autotest per decretare la fine della quarantena. “Noi abbiamo interesse che questo decolli – aggiunge – vuol dire che c'è l'opportunità. Siamo pronti, ma c'è il problema della formula autorizzativa”.
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Tra le persone che oggi risultano positive – 256.274 in tutto – ci sono anche l'assessora veneta alla Sanità, Manuela Lanzarin, che infatti oggi ha dovuto “disertare” il punto sui contagi in diretta streaming, e il direttore regionale della Sanità, Luciano Flor. Lo ha riferito il presidente regionale Luca Zaia, che rassicura: “Sono asintomatici e vaccinati con terze dosi. Mi hanno pregato di comunicarlo, e sono in buone condizioni”.
Zaia: “Combinato disposto di un disastro”
"La sfera della verità non ce l'abbiamo, ma con questi numeri, senza vaccini, sarebbe una strage. Qualcuno dice che il virus si è 'raffreddorizzato': non è così e non bisogna scherzare o fare gli eroi cercando di prendere il contagio per avere il green pass". Però, sottolinea Zaia, "è pur vero che la mole di asintomatici ci induce a fare riflessioni che prima sarebbe stato impossibile e poco scientifico fare. Sappiamo tutti del rischio dell'asintomatico contaminatore, ma ormai è dimostrato che in alcuni casi l'asintomatico non contagia”.
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Il sistema produttivo arranca. “Non possiamo pensare di mandare in isolamento metà Veneto – dice Zaia –, ci sono imprese che hanno difficoltà a mantenere aperti i processi produttivi per due motivi: mancanza di personale, perché molti lavoratori sono in quarantena, e aumento del costo delle materie prime. È il combinato disposto di un disastro".
Contagi e ricoveri: a che punto sono
Con i 6.381 nuovi casi di oggi e i 256.274 contagiati in quarantena, in Veneto la situazione tiene. “Abbiamo anche staccato i ‘bagordi delle feste’ – continua Zaia –con un numero più alto di contagi. E per questo la curva sembra si stia raffreddando. Nei prossimi giorni sapremo se siamo alla svolta, oppure se lo scenario continuerà”. L’Rt oggi è a 1.31, con un’incidenza complessiva di 2.903 positivi ogni 100mila abitanti. "La mole di asintomatici ci induce a fare nuove riflessioni, ormai è dimostrato che molti asintomatici non contagiano", sottoliena Zaia che da settimane si batte per rivedere i bollettini Covid: rivedere la definizione di "caso" e togliere quindi dai numeri gli asintomartici. Sono 28 i morti di oggi, un numero molto alto che porta a 12.753 il totale delle vittime dall’inizio della pandemia.
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"Capite che se fossimo stati a febbraio 2020, senza vaccini, con questa incidenza avremmo avuto una strage. Oggi per fortuna è tutta un'altra storia", commenta Zaia. ''Ho sentito dire che i ‘positivi per caso’ in ospedale sono un falso problema – aggiunge –, ma ci fanno passare di zona. Per cui questa modifica nel conteggio è fondamentale e deve essere immediata. Su 131 ricoverati nell'azienda Verona, 50 sono stati definiti ‘Covid per caso’, partorienti che vanno in ospedale per partorire e si trovano positive per caso, ma questi 50 vanno nelle contabilità per il passaggio di colore''.
“L’unico dato solido è l’incidenza dei contagi al 12,69%, che ci porta di gran lunga al di sotto della media nazionale. Poche settimana fa, avevamo il 20%”. La pressione ospedaliera tiene: negli ospedali ci sono 1.971 ricoveri totali per gli effetti del Covid (+38), di cui 1.766 nei reparti di area medica (+31) e 205 malati gravi nelle terapie intensive (+7). “Abbiamo quasi 500 posti letto occupati nelle terapie intensive, perché ai 205 pazienti Covid abbiamo altri 270 ricoverati extra Covid”, ricorda Zaia.
Asintomatici, revisioni in vista
A Roma si scaldano i motori per una nuova riunione con il ministro Speranza, all’ordine del giorno c’è la revisione della definizione di “caso”, l’eventuale stralcio degli asintomatici dai conteggi quotidiani e la revisione delle regole per il passaggio di colore. “Pian piano sembra che stiamo arrivando a temi che avevamo avanzato tempo fa”,è il commento del presidente Zaia, a proposito delle ultime proposte su quarantene e positivi.
“Domani o dopodomani – aggiunge – il ministro sembra che voglia fare una riunione urgente, intanto hanno parlato i sottosegretari”. Questioni di cui parlo da tempo, aggiunge, come ''identificazione di caso, rivedere il colore delle zone e semplificare con il tampone a fine isolamento fatto in farmacia e autotest''. E aggiunge: “Sta diventando importante il tema dell'autotest, di cui parliamo da 22 mesi”.
La proposta del Veneto
Il Veneto ha elaborato una proposta che verrà valutata nelle prossime ore. ''C'è un progetto unico, la Regione Veneto ha fatto un lavoro di base, che è stato condiviso dagli assessori alla sanità e dai presidenti, tanto è vero che il presidente della Conferenza delle Regioni ha notificato al Governo questo progetto per tutti e attendiamo le risposte. So che il ministero della Salute ci sta lavorando'', anticipa Zaia.
È innegabile che lo scenario sia cambiato radicalmente, perché c'è una variante nuova e anche perché abbiamo i vaccinati e quindi è fondamentale cambiare anche la strategia'', sottolinea. ''L'aspetto principale che va affrontato – ribadisce – è la modificazione della definizione di caso, il tema dei tamponi in farmacia per la fine dell'isolamento, il tema della colorazione delle zone, senza stravolgere il progetto”.
Le province, ecco i numeri dei contagi
Sono sei le province del Veneto che, secondo i calcoli del matematico del Cnr Giovanni Sebastiani, sono a rischio di ulteriori innalzamenti. Una previsione che potrà essere confermata, o smentita, dall’andamento dei prossimi giorni: il picco è atteso entro lunedì prossimo. Oggi i dati sono bassi ovunque. I casi più numerosi di oggi sono nella provincia di Vicenza con 1.363 nuovi casi e 42.047 positivi che in questo momento si trovano in quarantena, e in quella di Treviso dove, nelle ultime 24 ore, sono emersi 1.158 nuovi casi, per un totale di 46.515 persone attualmente positive e quindi in quarantena.
Seguono a ruota Verona, con 1.136 nuovi positivi e un totale di 54.529 cittadini contagiati, e la Città metropolitana di Venezia, che oggi si rileva un calo di contagi con 1.063 nuovi casi, per un totale di 36.168 contagiati. Sono solo 980 gli ultimi tamponi positivi processati in tutta la provincia di Padova – che conta invece un numero molto alto di persone contagiate, sono 46.607 in tutto – e 420 i casi di Rovigo, dove ci sono 12.279 quarantene. Il dato più basso del bollettino di oggi è quello della zona di Belluno, dove ci sono infatti 190 nuovi casi, che portano a 7.519 il totale dei contagiati.
Il picco dei contagi: quando
Entro sette giorni, il Veneto raggiungerà il picco dei contagi. Lo dicono le analisi del matematico Giovanni Sebastiani del Cnr, che interpreta questa decrescita di positivi ai test molecolari – che ieri ha portato il Veneto ad avere solo 13mila casi, in controtendenza rispetti ai quasi 20mila casi di mercoledì scorso – come un preludio al picco del numero totale dei positivi. E poi dovrebbe iniziare la discesa verso una ritrovata normalità.
L'analisi delle differenze settimanali indica che in Italia “il picco del numero medio dei positivi totali è previsto entro i prossimi quattro giorni”, osserva Sebastiani, per il Veneto l’onda di piena è attesa entro lunedì 24 gennaio.
“Come avviene di norma, c'è un'accelerazione della curva dei decessi (ieri in Veneto erano 19 i morti delle ultime 24 ore, ma il numero è salito a 21 con i recuperi delle registrazioni dei giorni precedenti, ndr) che segue con ritardo, quella dei positivi avvenuta nelle ultime settimane del 2021. Stranamente non si osserva un andamento analogo per la curva degli ingressi in terapia intensiva, che al contrario sembra frenare la crescita”, rileva Sebastiani. Critica la situazione in tutto il Paese, che ierio ha registrato quasi 150mila nuovi casi.
“Questa anomalia - prosegue - potrebbe essere spiegata con le diverse manifestazioni cliniche della Omicron, presumibilmente prevalente in Italia (e nel Veneto, ndr) al momento. La minor frequenza di polmoniti nella Omicron comporterebbe una minore probabilità di ricovero in terapia intensiva, senza però una conseguente riduzione dei decessi di soggetti fragili, a causa dei valori più alti dell'incidenza in combinazione con una vaccinazione con solo due dosi”.
Il riepilogo della situazione: rivedi la diretta di Luca Zaia