Alex Marangon, tutte le ipotesi sulla morte. La pozione, il morso di animale e quel buco di 3 ore

L’allarme è stato dato solo alle 6 del mattino, ma il 25enne era scomparso nella notte. Sempre meno probabili le piste dell’annegamento e della morte violenta

Alex Marangon, oggi l'autopsia. Sempre meno probabili le piste dell'annegamento e della morte violenta (foto Facebook)

Alex Marangon, oggi l'autopsia. Sempre meno probabili le piste dell'annegamento e della morte violenta (foto Facebook)

Treviso, 5 luglio 2024 – È prevista per oggi l’autopsia sul corpo di Alex Marangon, il 25enne di Marcon (Venezia) trovato morto lunedì su un isolotto del Piave dopo essere scomparso due giorni prima. Se all’inizio l’annegamento era la causa del decesso più accreditata, adesso inizierebbe a convincere sempre di meno gli inquirenti. 

L’unica cosa certa è la partecipazione del giovane alla festa sciamanica all’abbazia di Santa Bona di Vigor (Tv), dove sabato 30 giugno avrebbe assunto un cocktail psichedelico a base di ayahuasca, considerata tra le sostanze stupefacenti e psicotrope del ministero della Salute. Non una, ma ben due dosi, a quanto pare. E oltre alla ‘pozione’, Marangon si sarebbe anche fatto iniettare il veleno di una rana amazzonica sapo/kambo, un’altra pratica curativa sciamanica. Questo per alleviare il disagio scaturito dall’ayahuasca o dall’asma di cui soffriva. 

Quindi, cosa è successo la sera di sabato? I testimoni sostengono che il 25enne abbia fatto un bagno nel Piave già nel pomeriggio, quindi non andrebbe esclusa una sua eventuale decisione di ri-tuffarsi nella notte in cui è scomparso. Oppure, potrebbe essersi gettato nel fiume mentre fuggiva da un animale selvatico: sul corpo ci sarebbe infatti un morso. Plausibile anche che qualcuno lo abbia gettato in acqua già cadavere, spaventato da una sua eventuale morte improvvisa, forse proprio causata dal consumo di ayahuasca. Infine, anche se poco probabile, non sembrerebbe depennata l’ipotesi della morte violenta

Ci sono poi quegli orari che non tornano: tra la scomparsa e l’allarme – dato solo alle 6 di mattina – sono trascorse tre ore. Cosa è successo all’abbazia in quel lasso di tempo? Motivo per cui la procura trevigiana ha deciso di ascoltare tutti i 20 partecipanti alla festa, compresi gli organizzatori Andrea Gorgi Zuin e Tatiana Marchetto. Importante il loro ruolo: dovranno aiutare gli inquirenti a individuare i presenti, in quanto i soli a conoscerli tutti.

L’autopsia potrà fornire parte della ricostruzione, ma per la completezza serviranno i risultati dell’esame tossicologico, che saranno disponibili entro una decina di giorni.