REDAZIONE VENETO

Alex Marangon, ecco perché le ipotesi della caduta accidentale o del tuffo non reggono

A portare ad escludere queste piste non è solo l’autopsia, ma anche alcune affermazioni sibilline degli organizzatori della festa di Vidor

La morte di Alex Marangon è incompatibile con una caduta. A sinistra, l'entrata dell'abbazia di Vidor; a sinistra, la vegetazione sottostante al belvedere che dà sul Piave

La morte di Alex Marangon è incompatibile con una caduta. A sinistra, l'entrata dell'abbazia di Vidor; a sinistra, la vegetazione sottostante al belvedere che dà sul Piave

Treviso, 11 luglio 2024 – Si delinea sempre più cosa è successo negli ultimi minuti di vita di Alex Marangon, quella notte del 30 giugno. La ‘speranza’ che si trattasse di una scomparsa è svanita in due giorni: il 2 luglio il corpo del 25enne è stato trovato su un isolotto del fiume Piave, che scorre proprio sotto all’abbazia sconsacrata di Vidor (Tv), sede della festa sciamanica a cui stava partecipando. Si indaga per omicidio volontario.

Cosa dice l’autopsia

Ma perché le ipotesi della caduta accidentale e del tuffo sono state escluse dagli inquirenti? Sebbene inizialmente fossero la pista più battuta, l’autopsia ha parlato chiaro: le fratture e le ferite che Marangon ha riportato non sono compatibili con un incidente di questo tipo. Il giovane non ha riportato lesioni al collo e agli arti superiori e inferiori: se fosse veramente caduto, sarebbe quasi un miracolo, specie considerando le gravissime ferite alla testa, che è stata praticamente sfondata. Inoltre, cadendo sarebbe stato portato a ‘proteggersi’ portando le mani in avanti, ma ciò non è successo, come dimostrato dall’assenza di lesioni sui palmi. Le contusioni che Alex ha riportato alla testa sono invece tipiche di un ferimento mediante oggetto contundente

Va però sottolineato che al momento ogni ipotesi resta attiva: quella della caduta non è ancora stata formalmente ‘cancellata’. 

Le parole di Zuin

A far dubitare della pista dell’incidente sono anche le parole dell’organizzatore della festa, Andrea Zuin. Sono state registrate quando il corpo non era ancora stato ritrovato (nessuno avrebbe dovuto sapere quindi della morte) e mandate in onda ieri su ‘Chi l’ha visto?’. Mentre stava spiegando perché, a suo avviso, Marangon era caduto dal belvedere che dall’abbazia dà sul fiume, ha detto: “Da quando è m…”, per poi correggersi con “da quando è scomparso”. 

La vegetazione sotto

Inoltre, la terrazza non dà esattamente sul corso del fiume: sotto c’è della vegetazione, se fosse caduto il cadavere sarebbe stato trovato lì, certamente non sull’isolotto a metri di distanza. Circostanza confermata anche da Zuin stesso: “Ho sentito un grido e un tonfo, ma non era di acqua, mi hanno detto che non c’era spazio per una caduta in acqua”. 

Ieri a ‘Chi l’ha visto?’, la madre di Alex, Sabrina Bosser, ha riportato le parole che le sono state dette da un sommozzatore impiegato nella ricerca del corpo del figlio. Secondo l’esperto, se ci fosse stata una caduta, ci sarebbero state delle tracce: al di sotto del belvedere c’è un canneto, che si sarebbe in parte spezzato sotto il peso del 25enne. 

"Ora è in pace”

A sconvolgere la signora Bosser sono state anche le esternazioni di uno degli organizzatori della festa – durante ‘Chi l’ha visto’ non viene specificato il nome – che sempre prima del ritrovamento del corpo, e quindi dell’effettiva certezza della morte di Marangon, avrebbe detto: “Vogliamo suonare per lui, ora è in pace”. La stessa persona avrebbe suggerito che il giovane si potesse essere suicidato: “Forse non era felice”