REDAZIONE VENETO

Alex Marangon, i risultati dell’autopsia: molte ferite alla testa, forse da oggetto contundente

Definitivamente esclusa l’ipotesi del suicidio, mentre viene ripresa quella della morte violenta. Gli investigatori ascolteranno i 20 partecipanti alla festa sciamanica

I risultati dell'autopsia di Alex Marangon portano alla luce molte ferite alla testa, forse da arma contundente. Era sparito il 30 giugno da Vidor; il corpo è stato recuperato il 2 luglio a Ciano

I risultati dell'autopsia di Alex Marangon portano alla luce molte ferite alla testa, forse da arma contundente. Era sparito il 30 giugno da Vidor; il corpo è stato recuperato il 2 luglio a Ciano

Treviso, 5 luglio 2024 – Quasi un colpo di scena quello che emerge dall’autopsia di Alex Marangon, il barista 25enne ritrovato morto il 2 luglio su un isolotto del fiume Piave, nei pressi di Ciano del Montello (Tv), due giorni dopo essere scomparso durante una festa sciamanica all’abbazia sconsacrata di Santa Bona a Vidor (Tv). Se si parlava di una progressiva esclusione dell’ipotesi di una morte violenta, i primi risultati dell’esame autoptico mostrano la presenza di numerose ferite sulla testa, verosimilmente provocate da un oggetto contundente. Definitivamente scartata la pista del suicidio.

L'esame è stato eseguito dal medico legale Alberto Furlanetto, nominato dalla Procura di Treviso, e da Antonello Cirnelli, perito della famiglia Marangon. All'autopsia erano presenti anche i carabinieri.

La festa all’abbazia avrebbe visto il consumo di sostanze psicotiche come l’ayahuasca, alla base di un cocktail bevuto dal giovane prima di scomparire. Alcuni testimoni parlano anche di un’iniezione di veleno di rana amazzonica, così da alleggerire i sintomi della sostanza o quelli dell’asma di cui soffriva. Dopo aver in parte escluso l’ipotesi dell’annegamento, gli inquirenti hanno quindi cominciato a indagare sulla probabilità che la morte di Marangon sia stata in qualche modo correlata al cocktail sciamanico.

Tra le altre ipotesi formulate c’erano quelle del tuffo nel Piave per sfuggire a un animale selvatico – il cadavere presenterebbe un morso – e quello dell’occultamento del corpo, per cui Marangon sarebbe morto improvvisamente e qualcuno avrebbe gettato in acqua il cadavere per paura. 

Molta attenzione verrà prestata agli orari che non tornano: c’è un buco di 3 ore tra la scomparsa del giovane e l’allarme alle 6 del mattino. Cosa è successo in quelle ore all’abbazia? Per far luce, la procura trevigiana ha deciso di ascoltare tutti i 20 partecipanti alla festa, compresi gli organizzatori Andrea Gorgi Zuin e Tatiana Marchetto.

Il prossimo step sarà rappresentato dai risultati degli esami tossicologici, che dovrebbero arrivare tra circa dieci giorni.