Bologna, 26 ottobre 2021 - Una tappa nelle Marche, un’altra in Emilia Romagna, da dove si ripartirà per la Liguria: anche nel 2022 il Giro d’Italia onorerà due zone legatissime al ciclismo. Non c’è dubbio che il feeling di questi territori con la corsa rosa sia ottimo: sarà il quinto anno consecutivo che l’evento nella stessa edizione attraverserà prima l’una poi l’altra regione. Con la fondatissima possibilità che la storia prosegua, viste le richieste piovute sul tavolo degli organizzatori.
Del Giro che verrà al momento si conoscono poche tracce. Compreso il disegno di massima: il 6 maggio, di venerdì, si partirà da Budapest, in Ungheria, come in programma due anni fa prima che il covid fermasse tutto, poi ci si trasferirà in Sicilia dove inizierà la risalita lungo la dorsale adriatica. E’ lì che si inserirà la tappa marchigiana, in avvio della seconda settimana di gara, martedì 17 maggio, dopo la tappa di riposo: sicuro l’arrivo a Jesi, più volte sede di tappa, quasi un omaggio al ct campione europeo del calcio nonché ciclista praticante Roberto Mancini, oltre che al sottosegretario Valentina Vezzali, ex regina della scherma.
Ancora da decidere la sede di partenza: in pole dovrebbe esserci Sarnano, comune maceratese sui monti Sibillini che ha già ospitato un paio di tappe della Tirreno-Adriatico, e di conseguenza il tracciato, che potrebbe toccare molte località dell’entroterra ed affrontare i tradizionali ‘muri’ marchigiani. Dalle Marche si passerà alla Romagna, con una frazione che mercoledì 18 maggio si concluderà in Emilia dopo aver attraversato almeno cinque province: si andrà da Sant’Agata Feltria, sulle colline riminesi, fino a Reggio, che tornerà ad ospitare un arrivo dopo cinque anni. Nel 2017 a imporsi allo sprint nella città del Tricolore fu il colombiano Gaviria, con Dumoulin in rosa: possibile che anche questa frazione, di almeno duecento chilometri, faccia l’occhiolino ai velocisti.
Sarà invece Parma ad ospitare la partenza successiva: dalla città ducale, la corsa dovrebbe spostarsi in Liguria, per poi toccare le montagne piemontesi (con lo sterrato del Colle delle Finestre) e valdostane e proseguire poi per Lombardia, Trentino, Friuli prima del gran finale con la Marmolada il sabato e la crono conclusiva a Verona domenica 29 maggio. Giro fra l’Adriatico e il Po: funziona così dal 2018. Grazie alla spinta di amministrazioni regionali che sposano la corsa per mettere in vetrina le rispettive eccellenze: così si spiegano gli arrivi di Osimo, Pesaro e San Giacomo di Ascoli e il via da Porto Sant’Elpidio nelle Marche, così si capisce il grande investimento dell’Emilia Romagna con la Grande Partenza da Bologna nel 2019 e le tappe fra Imola, Cattolica, Rimini, Ravenna, Bagno di Romagna, Cesenatico, Modena e Sestola che in questi ultimi anni hanno trasformato il Giro da una piacevole eccezione in una bellissima regola.