Novafeltria (Rimini), 31 dicembre 2021 - Domani saranno 25 anni da quando Ivan Graziani ci ha lasciati. Il primo gennaio del 1997, nella sua casa di Novafeltria, scomparve il cantautore con gli occhiali rossi, la chitarra rock della musica d’autore italiana. Nato a Teramo, Ivan era un artista poliedrico, capace di comporre brani ma anche disegnare, dipingere, scrivere romanzi. Primo cantautore in assoluto a salire sul palco del Tenco nella sua prima edizione del 1974, il suo album "Pigro" è considerato tra i 100 più belli della musica italiana dalla rivista Rolling Stone. La sua tecnica chitarristica ha fatto scuola, incrociando quasi tutti gli altri colleghi nazionali che lo hanno amato e stimato. Graziani ha raccontato l’Italia intera attraverso una trentina di album, ma nel suo grande archivio di registrazioni, la moglie Anna e i figli Filippo e Tommaso oggi scoprono nuovi inediti. "Ce n’è ancora di linfa nel materiale di papà – dice Filippo – e ci faceva piacere, in questo anniversario particolare, farla scoprire al pubblico. Annunciare che ci sono dei nuovi brani che abbiamo tirato fuori dai cassetti e dagli archivi di mio padre".
Che materiale è? "Stiamo recuperando nastri registrati nel nostro studio di famiglia. Dobbiamo capire a che anno risalgono, c’è del lavoro da fare. Posso anticipare che sono canzoni bellissime, c’è tanto da ragionare. Riuscire a dare, ora, una data certa sull’uscita di questi inediti, è prematuro. Dipende molto anche dalle condizioni pandemiche, per incontrarci e tornare in studio. Vogliamo fare tutto al meglio. Mi piacerebbe personalmente riuscire a farcela entro il 2022. Usare questa ricorrenza per fare qualcosa di bello".
Sua madre segue il progetto? "Certo, è sempre coinvolta. Con questo lavoro vogliamo insieme chiudere, in un certo senso, il cerchio. Lei è la memoria storica, insieme ad altri familiari e amici, che manca a me e mio fratello. Mamma segue più da vicino anche l’organizzazione del Premio Pigro a Teramo. Sull’edizione 2022 si sta lavorando per renderla speciale".
C’è poi un suo personale spettacolo che porta avanti da anni, dedicato a suo padre. "Sì, è un progetto never ending. Ad ogni tour cambio qualcosa, cerco di trovare cose nuove. E sicuramente sarà così anche nel 2022. Purtroppo a livello nazionale la situazione ancora non è delle migliori, per via della pandemia e delle restrizioni Covid ma speriamo di tornare presto con i live".
Qual è il lato artistico che ama di più di suo padre? "Quello musicale, da chitarrista. È la parte che sicuramente capisco meglio. Le sue canzoni sono troppo personali. Non potrò mai sapere che cosa pensava mio papà quando ha scritto un determinato pezzo. Invece al suo modo di suonare, mi sento più vicino sicuramente".
Il ricordo più bello che ha di lui? "I momenti più belli sono tutti quelli quando disegnavamo insieme. Il suo primo grande amore era questo, artisticamente parlando: il disegno. Ho molti più ricordi con lui legati a quel processo artistico, perché mi interessava al tempo, piuttosto che musicali. Quando c’era tra noi un confronto artistico e filosofico. Quando parla vamo di arte e di fumetti".