"Lo scrittore inglese C. S. Lewis diceva: ‘Non abbiamo un’anima. Noi siamo anime. E abbiamo un corpo’. Ecco, in un ospedale come il nostro affiancare alle migliori cure un sostegno spirituale attento e sempre pronto all’ascolto è un dono prezioso per tutti coloro che sono ricoverati e per i loro familiari". Con queste parole, ringraziando ’don Alberto e a tutti i volontari che hanno contribuito a portare anche qui l’esperienza e la testimonianza positiva di questa realtà associativa’, il direttore generale di ospedale di Sassuolo spa Stefano Reggiani dava il benvenuto all’associazione ‘In punta di piedi’, che ha cominciato le sue attività a metà ottobre presso l’ospedale sassolese, riconosciuto come ‘filiale’ di questa associazione nata a Roma e impegnata nel coadiuvare l’assistenza spirituale dei degenti e ascoltare i loro bisogni. Proprio a metà ottobre, infatti, presso la cappellina dell’ospedale sassolese è stata celebrata una messa per la presentazione dei volontari, al termine della quale sono stati consegnati loro i ‘camici gialli’ che indosseranno nelle visite ai reparti e che distinguono gli aderenti all’associazione.
Il compito dei volontari sarà quello di coadiuvare l’operato del cappellano don Alberto Nava e portare sollievo ai degenti e agli utenti che ne facciano richiesta. " Ringrazio sentitamente il direttore generale Stefano Reggiani e il direttore sanitario Silvio Di Tella per aver accompagnato e sostenuto questa iniziativa attraverso l’approvazione della convenzione tra l’Ospedale di Sassuolo e la nostra piccola e neonata realtà associativa", ha detto invece don Alberto Nava, cappellano della struttura per la Diocesi di Reggio Emilia. Tornando all’associazione è nata da un gruppo di universitari di diverse facoltà dell’Università romana di Tor Vergata che spontaneamente, nel febbraio del 2012, hanno sentito l’esigenza di dare una parte del loro tempo a coloro che vivono la condizione della sofferenza: da qui l’idea di don Massimo Angelelli, allora cappellano di Tor Vergata e ora responsabile della C.E.I. dell’ufficio della Pastorale della salute, che ha trovato piena espressione anche a Sassuolo. "Anche noi – spiega Don Nava - ci siamo appoggiati a loro per dare ai nostri volontari un minimo di copertura assicurativa, momenti di formazione comune, e anche una certa visibilità all’interno della nostra struttura ospedaliera". Il nucleo ‘sassolese’, compreso il Cappellano, si compone di otto persone di cui: un diacono, 4 ministri straordinari della comunione e 2 giovani che si dedicano per lo più alla visita dei malati e al loro ascolto fatto "in punta di piedi" dal nome stesso dell’associazione. L’obiettivo è mettersi a fianco del malato per ascoltare le sue paure, i suoi dubbi ma anche le sue speranze. Siamo semplicemente, per chi lo desidera, dei "compagni di viaggio", che cercano di suscitare nel malato la ricerca di un senso anche nel momento della sofferenza, della malattia, della prova.
"Siamo disponibili – spiegano i ‘camici gialli’ sassolesi – ad accogliere altri volontari che dopo un tempo di formazione e un periodo di affiancamento potranno fare loro stessi visita ai malati. Siamo consapevoli del tanto che c’e’ da fare, ma soprattutto e’ tanto quello che riceviamo dagli sguardi, dai sorrisi o dai pianti di coloro che incrociamo sul nostro cammino".