Un robot per la chirurgia ortopedica dell’ospedale di Sassuolo, che aggiunge l’ennesima eccellenza tecnologica alla propria dotazione e un ulteriore asset "a disposizione – spiega il direttore generale Stefano Reggiani – dell’intera rete provinciale". Sono già 4 gli interventi chirurgici eseguiti presso il nosocomio sassolese con il nuovissimo ‘navigatore robotico’ Cori, che arriva nelle sale operatorie anche grazie ad una donazione di tre nomi importanti del tessuto industriale del Distretto Ceramico come Modula, Florim e Kerakoll. "Siamo orgogliosi – aggiunge Reggiani – di proseguire questa grande tradizione chirurgica, ed è doveroso ringraziare gli imprenditori che, già in altre occasioni, abbiamo potuto coinvolgere in importanti donazione". Ad utilizzare la nuova tecnologia, l’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia diretta da Giuseppe Porcellini, in particolare Massimo Tosi e Mauro Prandini, rappresentanti della lunga tradizione ortopedica dell’ospedale, specializzati negli interventi al ginocchio. Parliamo di un ambito chirurgico, che è una vera eccellenza che caratterizza da sempre la realtà sassolese e ha avuto tra i suoi protagonisti Luigi Pederzini, storico primario. "L’approccio integrato del robot in chirurgia protesica del ginocchio è fondamentale perchè aggiunge alla valutazione oggettiva del medico una più raffinata mole di informazioni che aiutano a meglio comprendere la biomeccanica di ogni specifico ginocchio da trattare", spiega Tosi, che aggiunge come "il chirurgo fornisce al robot dati anatomici e biomeccanici del ginocchio da trattare e questo permette di avere oltre alle informazioni reali anche delle informazioni virtuali supplementari". Dall’interazione tra queste informazioni il chirurgo decide come meglio procedere nella chirurgia in corso, che si articola in due fasi.
Una prima fase di "navigazione" durante la quale, aggiunge Prandini, "il chirurgo si avvale di sensori posizionati sull’arto da operare che permettono uno studio della morfologia e della biomeccanica del ginocchio e soprattutto della tensione legamentosa. In seguito lo specialista valuta il posizionamento virtuale della protesi, avvalendosi e modificando al bisogno le indicazioni dell’intelligenza artificiale integrandole con l’esperienza personale. Quindi nulla è lasciato in modo inconsapevole al robot, ma ci si avvale del robot stesso per completare e migliorare l’esperienza acquisita in passato". La finalità ultima è quella di creare un impianto protesico che possa meglio adattarsi al paziente e che, in ultima analisi possa avere una maggiore longevità. Il ‘navigatore robotico’ ortopedico, di fatto, è un ‘sistema di navigazione chirurgica’ per il posizionamento delle protesi, che ha un livello di precisione in termini di millimetri. Grazie ad un software integrato i medici possono pianificare l’intervento fin nei più piccoli dettagli, minimizzando l’impatto sui tessuti circostanti e garantendo una ripresa post-operatoria sempre più veloce oltre a diversi vantaggi per il paziente tra cui il miglior posizionamento dell’impianto. L’innovativa tecnologia è, tra l’dotata di un sistema di controllo che ferma il ‘robot’ nel momento in cui vengono toccate strutture anatomiche non interessate dall’operazione.