Con il 2025 alle porte, la Trattoria Baldini di Carpi si prepara a festeggiare il cinquantesimo anno di attività. Correva il 10 marzo 1975 quando Maria Teresa Baldini e Nandino Pellacani decisero di aprire quella che sarebbe diventata l’iconica trattoria-tabaccheria di via Livorno 30-32.
Il successo arrivò subito. Nei primi anni, a pranzo, il locale era principalmente frequentato dagli operai che prediligevano un menù semplice, composto principalmente da primi piatti. La sera, invece, divenne celebre il gnocco fritto di Maria Teresa, apprezzato non solo dai carpigiani, ma da clienti che in breve tempo iniziarono a prenotare da tutta Italia.
Nel 2009, poi, la gestione è passata nelle mani di Benedetto Gibertoni che, pur rivisitando il menù, ha preservato i punti di forza della precedente gestione, uno su tutti, la ricetta del celebre gnocco fritto.
Un cambiamento radicale nella vita di Gibertoni, che in precedenza aveva intrapreso studi informatici. "Non mi piaceva l’idea di un lavoro d’ufficio – ricorda il titolare –, pertanto, appena c’è stata la possibilità di rilevare un locale storico e affermato come la Trattoria Baldini, non ci ho pensato due volte e mi sono lanciato a capofitto nel progetto. I primi due anni sono stati molto duri perché, oltre a mantenere alto il nome del locale, ci trovavamo a fronteggiare per la prima volta tutte le incombenze burocratiche e gestionali di un ristorante. In ogni caso, non ci siamo mai persi d’animo e, fortunatamente, i clienti hanno riconosciuto, fin dai primi mesi, il valore del nostro lavoro".
Oltre al gnocco fritto, ciò che è rimasto inalterato in trattoria è l’atmosfera, che richiama i tempi delle rezdore e delle storiche osterie emiliane: un dettaglio particolarmente apprezzato da tanti clienti, se si pensa che, attualmente, per riservare un tavolo occorra chiamare con almeno una settimana di anticipo, ma anche dalla guida del Gambero Rosso che ha inserito la Trattoria Baldini nella Guida Ristoranti d’Italia 2024.
"Bar Trattoria Baldini – si legge nella guida – lascia intuire una storia fatta di ritmi lenti, una realtà poco incline a perdersi dietro a questioni di facciata, tutta concentrata sulla sostanza. Il piccolo porticato con sedie rosse di plastica marcate Algida e luci al neon, le sale interne vintage e piuttosto appariscenti, con pareti dai colori sgargianti, finiture in legno e ampie tovaglie a quadri: è tutto lontanissimo dai locali design che colpiscono più spesso l’occhio che il palato".
Anche il menù, rigorosamente dettato di giorno in giorno ai camerieri, custodisce le tradizioni della cucina della Bassa modenese. "Il menù del pranzo varia costantemente – spiega Gibertoni – e non abbiamo una carta fissa. In ogni caso, i nostri piatti forti sono i tortelli: verdi, di zucca, di patate o ai funghi porcini. Poi, ancora, maccheroni al pettine, passatelli in brodo e secondi come petto di pollo al limone, roast beef, cotoletta, frittelle di baccalà e arrosto di maiale. Il tutto accompagnato da verdure di stagione".
La sera, invece, il protagonista assoluto diventa il gnocco fritto, servito con salumi, formaggi, verdure e confetture fatte in casa. Questo piatto, elogiato anche dalla Confraternita del Gnocco D’Oro, è descritto come ‘sontuoso, asciutto, morbido e fragrante; incredibilmente leggero nella consistenza’.
"Tanti clienti – conclude Gibertoni – prenotano apposta proprio per assaggiare il nostro gnocco. Il più grande complimento che ci hanno fatto? Sentire tanti clienti definirci uno dei pochi locali dove sopravvivono ancora i sapori di una volta, ci riempie sempre d’orgoglio".