ALESSANDRO GALLO
Tour De France

Una corsa per campioni. Pogacar, Vingegaard ed Evenepoel: il Tour si fa in tre

I primi due hanno monopolizzato le ultime quattro edizioni. Lo sloveno punta all’accoppiata dopo aver vinto il Giro d’Italia. Il norvegese campione nel 2022 e 2023 ha sciolto le riserve in volata

Il Tour de France sta per arrivare in Emilia Romagna: ecco i campioni da seguire

Il Tour de France sta per arrivare in Emilia Romagna: ecco i campioni da seguire

Maurice Garin, vi dice nulla questo nome? E’ il primo vincitore, ovviamente francese, del Tour de France, nell’edizione dell’esordio, nell’ormai lontano 1903. Sono tanti i nomi dei campioni che hanno legato indissolubilmente la loro storia con la corsa di Francia. Ci sarebbe pure un recordman di vittorie, ma i successi di Lance Armstrong, che vinse sette volte – e nel 2005 relegando al secondo posto il nostro Ivan Basso –, sono stati cancellati. Dal 1999 al 2005 l’albo d’oro della manifestazione risulta bruscamente interrotto con la voce ‘non attribuito’.

Chi sta peggio, ripensando ad Armstrong e ai successi costruiti in maniera poco chiara, è il tedesco Jan Ullrich che, in quell’intervallo di tempo, risulto secondo proprio in tre occasioni.

Così, cancellata la memoria di Armstrong, sul tetto del Tour, troviamo quattro atleti capaci di trionfare in cinque occasioni su quelle strade. Stiamo parlando dei francesi Jacques Anquetil e Bernard Hinault, del ‘Cannibale’ Eddie Merckx e dello spagnolo Miguel Indurain Tra i nomi più eccellenti, poi, Hugo Koblet, Louison Bobet, Charly Gaul, Greg LeMond, Laurent Fignon e, più recentemente, Alberto Contador e Chris Froome.

Restando sempre alle ultime edizioni del Tour, da considerare la figura dello slovacco Peter Sagan, 34 anni, che per sette volte porta a casa la classifica (e la maglia verde) e Richard Virenque, sette volte maglia a pois quale miglior scalatore della kermesse.

Dici la parola Tour e ti lasci trasportare da immagini lontane e assolutamente suggestive. Certo, noi abbiamo il Pordoi, lo Zoncolan, lo Stelvio e, ovviamente, Cima Coppi. Ma anche in Francia non scherzano con salite che tolgono il fiato a chi le percorre. Ma sono capaci di togliere il fiato anche a chi si avvicina alla corsa come semplice appassionato. Sia che ci si rechi sul posto, sia che si segua la corda grazie alla copertura televisiva. E allora impossibile non pensare agli oltre duemila metri del Tourmalet, ma anche il Mont Ventoux. Senza dimenticare, poi, il Colle dell’Izoard e il Colle del Galibier. Località e salite che hanno fatto la storia della corsa, decretando poi il successo definitivo di chi le ha coperte a braccia levate. Perché portare a casa quelle tappe, significa passare direttamente dalla cronaca alla leggenda.

A chi toccherà in questa occasione? Beh, se non c’è un favorito c’è sicuramente un ciclista che non fa mistero di puntare alla clamorosa doppietta. Dopo aver vinto a man bassa il Giro d’Italia, lo sloveno Tadej Pogacar, punta a rivincere quella corsa che è stata sua sia nel 2020 sia nel 2021. Non che si sia risparmiato nelle edizioni successive, perché Pogi ha messo in fila due secondi posti nelle ultime due uscite. E insieme con le grandi corse a tappe, ad attestare la sua grandezza – è nato a Komenda, in Slovenia, il 21 settembre 1998 –, ci sono i successi ottenuti nelle altre classiche. Tadej ha vinto le ultime tre edizioni del Giro di Lombardia, l’ultima Milano-Sanremo, due volte (2021 e 2024) la Liegi-Bastogne-Liegi e pure il Giro delle Fiandre. E se tutto questo non vi basta, sappiate che in occasione degli ultimi Giochi Olimpici, quelli di Tokyo, posticipati di un anno per Covid, si è messo al collo una prestigiosa medaglia di bronzo.

Tra i favoriti della vigilia, impossibile lasciare in disparte chi ha trionfato nelle ultime due occasioni su queste strade, anche se l’incidente del 4 aprile, in Spagna, lo hanno tenuto in dubbio fino alla fine. Poi, la settimana scorsa, l’annuncio ufficiale: ci sarà. Stiamo parlando del danese Jonas Vingegaard, nato a Hillerslev il 10 dicembre 1996. Un passato da giocatore di pallamano e calcio, fino a quando non scopre la sua dimensione a due ruote. E’ soprannominato Vingo e il Re Pescatore perché, in gioventù, ha lavorato insieme con i genitori al mercato del pesce. Erano i tempi in cui il lavoro si affiancava al gioco del calcio, poi il ciclo – e si è anche capito il motivo – ha preso il sopravvento. Il dualismo con lo sloveno Pogacar sarà uno dei motivi che infiammerà ulteriormente il Tour de France.

E se dobbiamo completare un podio virtuale, ecco il più giovane del terzetto, perché stiamo parlando del belga Remco Evenepoel, l’unico dei tre nato nel terzo millennio, a Schepdaal, il 25 gennaio 2000. Il belga, due volte vincitore della Liegi-Bastogne-Liegi nel 2022 e 2023, vanta anche la vittoria (nelle corse a tappe) alla Vuelta del 2022 più una serie di successi, a cronometro e in linea, sia ai mondiali juniores sia alla rassegna assoluta. Un tipo da prendere con le molle. Dovesse riuscire in qualche modo a non accusare troppo distacco nelle tappe di montagna, il suo talento a cronometro potrebbe risultare decisivo per regalargli quel successo che Pogacar e Vingegaard hanno già portato a casa. Ma Remco, dalla sua, oltre al talento, ha anche qualche anno di meno.

Forse basta saper attendere il momento ideale per colpire i due fuoriclasse che hanno dominato le ultime quattro edizioni (Covid compreso) del Tour de France.