Il grande legame con i ciclisti

L'Emilia-Romagna, terra di motori e biciclette, vanta una ricca tradizione ciclistica con atleti come Vignoli, Baldini e Adorni, spesso meno conosciuti rispetto a Pantani. La regione celebra le gesta di questi campioni con premi e eventi, tra cui il Campionato del Mondo di ciclismo su strada del 2020 a Imola.

Emilia-Romagna terra di motori e... di biciclette. Non è un mistero che le due ruote siano nel Dna di questa regione. Per quanto riguarda il ciclismo basta soffermarsi su quattro nomi in particolare: Alfredo Vignoli, Ercole Baldini, Vittorio Adorni e ovviamente Marco Pantani. Se si sa tutto delle grandi imprese del Pirata di Cesenatico, meno note al grande pubblico sono forse le parabole dei primi tre atleti.

Vignoli, nato a Sasso Marconi nel 1907, fu il vincitore della 16ª tappa del Tour 1934, che ebbe come traguardo la cittadina occitana di Luchon, sui Pirenei: domenica prossima, al primo italiano classificato nella tappa che si concluderà a Bologna, sarà consegnato un premio dedicato proprio alla sua figura. Ben altra carriera ebbe Ercole Baldini, forlivese classe 1933: oro olimpico a Melbourne 1956, campione del mondo a Reims 1958 e vincitore del Giro d’Italia 1958. Vittorio Adorni, parmense del ’37, si aggiudicò invece il Giro d’Italia del 1965 e tre anni più tardi, nel 1968, trionfò nel Campionato del Mondo che si svolse a Imola. Proprio la città in riva al Santerno è stata teatro anche di un altro Campionato del Mondo di ciclismo su strada, quello dell’edizione 2020, vinta dal francese Julian Alaphilippe.