"La Toscana è terra di campioni che hanno fatto amare il ciclismo. Poter vivere la partenza del Tour de France dal nostro capoluogo è qualcosa che viviamo con grande emozione". Lo ha detto il presidente della Regione, Eugenio Giani, alla vigilia della settimana che vedrà Firenze ospitare il Grand Depart della prestigiosissima competizione ciclistica. "Questa grande manifestazione internazionale – ha aggiunto il governatore – è un’opportunità che valorizza tutta la Toscana. È una grande festa dello sport che vede tutte le istituzioni impegnate nella sua riuscita, come in un grande gioco di squadra".
Presidente, quale valore aggiunto può portare il Tour de France alla Toscana?
"Insieme a Dario Nardella, abbiamo creduto molto nel passaggio del Tour perché siamo convinti che possa alimentare una grande spinta verso il ciclismo e la sua promozione fra i giovani. Inoltre credo che possa avere un impatto positivo a livello turistico, creando maggiore sensibilizzazione verso le piste ciclabili che la Regione si è impegnata a realizzare: la ciclovia dell’Arno, quella Tirrenica e molte altre. Quello sulle due ruote deve essere uno sport, ma anche una modalità di muoversi nella quotidianità e per i viaggi".
Qual è il legame fra la nostra regione e il Tour?
"È un rapporto fortissimo, che deriva dal grande amore per il ciclismo della Toscana. I primi disegni di un biciclo sono nelle carte di Leonardo da Vinci e il capoluogo toscano è stato la prima città in Italia a organizzare una corsa ciclistica, il 2 febbraio 1870, da Firenze a Pistoia, con partenza alle Cascine, dove oggi abbiamo velodromo. Proprio qui fu fondato, nel gennaio 1870, il Veloce Club Firenze, la prima società ciclistica italiana. La passione per i pedali ha poi portato la Toscana a essere terra di grandi campioni, come Gino Bartali o Gastone Nencini, cruciali per il legame con il Tour de France. Bartali, oltre a diventare celebre per le sue sfide con Coppi, conquistò due Tour e, nel 1948, la sua vittoria contribuì ad allentare il clima di tensione che si era creato in Italia dopo l’attentato a Togliatti. La telefonata di De Gasperi a Bartali è rimasta nei libri di storia".
Lei come vivrà le giornate del Tour?
"Stiamo seguendo i vari eventi collaterali e soprattutto l’impegno della Federazione ciclistica italiana nel Toscana Tricolore 2024. Tutti i titoli italiani infatti si stanno svolgendo in Toscana e tante sono anche le iniziative collegate, come la mostra sulla storia del Tour prevista in piazza Duomo a Firenze. Insieme alle altre istituzioni sarò presente ai vari eventi".
In che modo la Regione è coinvolta sul piano operativo?
"Abbiamo sostenuto singole e specifiche iniziative e contribuiremo alla loro promozione. Stiamo inoltre cercando di motivare e caratterizzare tutta la Regione che ha l’onore di ospitare il Tour".
Avete presentato anche un piano straordinario per l’assistenza sanitaria. In cosa consiste?
"La Regione, con i professionisti del suo sistema sanitario e grazie alle associazioni di volontariato, metterà in campo un piano globale. L’obbiettivo è garantire l’assistenza sanitaria di emergenza pre-ospedaliera e ospedaliera agli atleti, agli addetti ai lavori, agli spettatori e alla popolazione residente, ma anche assicurare le attività sanitarie non di emergenza, come le dialisi e le terapie oncologiche, supportando la popolazione residente "fragile" e che potrebbe abitare all’interno delle strade chiuse a causa del percorso della gara".