Capire da dove veniamo, per capire in quale direzione andiamo: questo il senso dell’analisi dei dati delle aziende della Romagna risalenti al 2022, come ha spiegato Giuseppe Savioli, docente ordinario di economia aziendale dell’Università di Bologna e Presidente dell’ordine dei commercialisti di Rimini, il quale, nel corso del consuntivo del ‘Top 500 Romagna’ che si è tenuto giovedì scorso al padiglione delle feste delle Terme di Castrocaro, ha voluto chiarire le premesse dello studio.
"Abbiamo preso in esame – comincia Savioli – le prime 500 imprese con sede legale e attività operativa nelle province della Romagna, selezionate sulla base del fatturato nell’esercizio 2021. Sono escluse le società finanziare, le holding finanziarie e le società controllate da imprese già inserite in graduatoria con bilancio consolidato".
Savioli ha evidenziato, poi, le aree prese in esame nella redazione dei dati: "Abbiamo considerato la dimensione dell’azienda partendo da ricavi, totale attivo e patrimonio netto; poi la redditività e infine il rischio finanziario sulla base del rapporto di indebitamento e della copertura degli oneri finanziari. Tutti questi dati ci consentono di individuare performance che, di fatto, fotografo l’euforia economica che ha caratterizzato il 2022".
In effetti quasi tutti i segni sono positivi, ma vanno contestualizzati in un’annata post-Covid che ha visto crescite che Savioli descrive come "irripetibili e anomale e, almeno in parte, sono responsabili delle difficoltà che stiamo vivendo ora". Ad analizzare nel dettaglio i dati ha pensato Silvia Gardini docente a contratto di Bilancio Consolidato all’università di Bologna: "Il fatturato medio per l’anno 2022 – comincia – è di 112,512 milioni di euro, in aumento del 20% rispetto al 2021: cifre in costante crescita rispetto al biennio precedente. Il fatturato ha una distribuzione non omogenea all’interno del campione e con una variabilità molto elevata: il valore mediano è di 39,188 milioni".
Nel 2022 c’è stata una crescita, ma più modesta, anche del capitale investito che è al più 10% e del patrimonio netto al più 9". L’analisi complessiva, inoltre, evidenzia che il rapporto di indebitamento "è stabile – prosegue Gardini – e si attesta a un livello medio pari a 5,52. Il dato mediano mostra un indebitamento meno consistente e pari al 2,07. L’indice di copertura degli oneri finanziari, invece, peggiora, passando a 124,69 nel 2022. Meno confortante il dato mediano pari al 19,40".
Gli andamenti risultano differenziati per le tre province romagnole, "tuttavia – precisa Gardini – la comparazione diventa scarsamente significativa data la diversa struttura economica. Inoltre, escludendo per definizione le imprese di minori dimensioni, la classifica Top 500 Romagna porta a non rendere adeguatamente rappresentati alcuni settori di attività come, ad esempio, il turismo".
Entrando più nel dettaglio, Forlì-Cesena racchiude il 41% delle aziende (rappresentando il fatturato per il 44%), Ravenna il 38% (35% di fatturato) e Rimini il 21% (21% di fatturato). In ultimo, l’analisi divisa per settori di attività: "Il ‘food e beverage’ – illustra Gardini – conta 95 imprese, il ‘porto, oil e gas’ 40 imprese, il ‘tessile e abbigliamento’ 24 imprese e, infine, le cooperative sono 79". In sintesi, l’andamento è positivo e, se pure di carattere eccezionale rispetto agli anni a venire, "immortala un trend che prosegue".