Mauro Mambelli è il presidente di Confcommercio Ravenna.
Quali sono le principali sfide del territorio per i prossimi anni?
"Sicuramente è importante riuscire a portare a termine tutta una serie di cose che ci siamo prefissati. L’approfondimento dei fondali del Porto e il progetto nel suo complesso, gli obiettivi turistici, le infrastrutture della viabilità. Ci sono molti progetti e moltissima carne a fuoco, ma l’importante è che queste cose divengano realtà e non restino solo sulla carta a lungo".
Ha citato le infrastrutture, qual è il loro ruolo?
"Sono fondamentali. Ci si sta mettendo mano un po’ alla volta, ma i passi vanno fatti. In particolare in città vanno migliorati i collegamenti e penso soprattutto ai sottopassi ferroviari che creano ’tappi’ in alcuni punti. Vanno naturalmente potenziati i collegamenti con Forlì".
Nonostante i passi avanti, Ravenna continua a essere un po’ isolata.
"Miglioramenti ci sono stati, ma è chiaro che va fatto di più. La gente vuole venire a Ravenna, ma spesso i collegamenti sono complicati. Certo sarebbe bello avere l’alta velocità, ma anche senza si può fare di più".
Veniamo alla città, qual è lo stato di salute del commercio? C’è ricambio?
"Intanto distinguiamo, ristorazione, accoglienza e commercio hanno problemi diversi. Il commercio vero e proprio, non possiamo nascondercelo, è in crisi, perché più che mai oggi si avverte la concorreza incredibile che arriva da internet. In questa situazione c’è poco ricambio, pochi giovani si vogliono mettere in gioco. Anche il nostro ruolo come associazione è cambiato. Cerchiamo di assistere, accompagnare, sostenere gli associati".
Alcuni giovani ci sono, quindi.
"Sono pochi ma ci sono, alcuni ci provano e in alcuni casi sono anche innovativi, si collegano anche con internet, ma si tratta di poche realtà. E poi c’è il problema del personale..."
Questo tocca sia ristorazione che commercio.
"Tocca più la ristorazione, perché gli orari sono più difficili. In questa fase è complicato trovare chi lavori di notte o nei festivi, è una tendenza generale, si cerca più equilibrio con la vita privata. Il risultato però è che è molto difficile trovare personale. Senza contare che in una città come Ravenna d’estate la richiesta di forza lavoro aumenta, giustamente, per la presenza del mare e degli stabilimenti balneari".
Che ruolo possono giocare gli enti locali?
"Le realtà sono fragili. Comune e Regione se ne sono rese conto, ma bisogna continuare in questo modo. Bisogna soprattutto ridurre la burocrazia, evitare di mettere i bastoni fra le ruote. E rendersi conto che se chiude un’attività si spegne parte della città, una rete di relazioni: è un problema per la strada, per la via e alla fine per tutta Ravenna".
p.c.