Presidente di Confcooperative Romagna, associazione di categoria nata dalla fusione delle associazioni provinciali di Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena, è il forlivese Mauro Neri, che traccia un quadro della realtà economica romagnola legata al mondo delle cooperative. Un mondo che sconta, comunque a pari degli altri, problemi strutturali legati alla ridotta capacità di consumo delle famiglie, capacità falcidiata dall’inflazione, oltre all’aumento del costo del denaro e le conseguenti difficoltà di finanziamento soprattutto delle piccole e medie imprese.
"I due anni 2021 e 2022 - spiega il presidente Neri - non sono stati anni negativi, ma è andato ad aumentare il divario fra le società ben capitalizzate, se sanno reggere meglio al mercato attuale, e quelle piccole o appena sorte, che trovano maggiore difficoltà a stare in piedi". Entrando nello specifico dei settori, dove il mondo cooperativo è più presente, si riscontrano poi problematiche vecchie e nuove. "Nel mondo delle cooperative sociali - afferma - ci troviamo a dover difendere il contratto proprio delle cooperative sociali, quello che permette l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate. In questo caso il focus è far lavorare le persone, a prescindere dal lavoro svolto, invece subiamo attacchi da parte delle aziende, soprattutto grandi, che vogliono venga applicato il contratto di riferimento del singolo settore, che sia raccolta rifiuti o sfalcio del verde, per esempio. Stiamo interloquendo con il ministero per cercare di porre un freno a un ritorno al passato. Il contratto sociale per l’inserimento lavorativo è una conquista, non possiamo tornare indietro". Pesanti le conseguenze della siccità per le cooperative agricole, problema che si somma all’aumento dei costi energetici. "Vi è inoltre la transizione verso colture sempre più sostenibili - approfondisce Neri -, ma anche in questo caso, sono cose che devono essere fatte gradualmente e non imposte da un momento all’altro come a volte capita".
Il presidente di Confcooperative Romagna si sofferma poi su un altro tema di grande attualità, anzi due: la ormai cronica mancanza di personale e i flussi migratori. "Viviamo una sorta di assurdità - afferma Neri -, la mancanza di manodopera, anche non specializzata, e una marea di persone che arrivano e non sappiamo che farcene. Ragazzi di 20-25 anni lasciati per mesi e mesi senza far nulla in attesa di documenti. Bisogna che ci organizziamo, abbiamo bisogno di flussi regolari, perché non debbano più arrivare con i barconi, ma poi di formazione e inserimento. Abbiamo le capacità per poter organizzare tutto questo, ma bisogna muoversi". Matteo Bondi