Archiviato un anno di inflazione, guerre e alluvioni, l’economia bolognese guarda avanti tra mille interrogativi. Così come in ogni altra parte del mondo. Le imprese sono in profonda trasformazione – come certificano anche gli approfondimenti di questo Top 500 Bologna – alle prese con una tecnologia galoppante (intelligenza artificiale su tutto) e una fame insaziabile di manodopera specializzata. Dire che anno sarà il 2024 è quasi impossibile, certo è che la voglia matta di investire e di uscire dalle paludi della crisi rimangono. La provincia di Bologna resta solida dal punto di vista economico, con comparti come quelli del food, della meccanica, delle macchine automatiche e anche del turismo che danno linfa e benzina a un motore che continua a viaggiare a pieno ritmo. L’aeroporto macina ottimi risultati e la quotazione in Borsa della Fiera assicura un panorama di sviluppo sul lungo periodo. Rimane il nodo delle infrastrutture, con un Passante autostradale ancora sulla carta e i collegamenti ferroviari con la costa sempre molto carenti. Insomma, l’ecosistema economico offre opportunità che però da sole non bastano. La pesante trasformazione digitale impone investimenti robusti, perché l’intelligenza artificiale sgomita e non tutti ne hanno sfruttato le potenzialità. Il suo ingresso nei processi produttivi potrebbe essere una svolta fondamentale per tante attività, novità che però impone riflessioni soprattutto sul capitale umano. Quali posti di lavoro scompariranno? Quali nasceranno? Chi è in grado di governarla? Ci sono figure professionali adatte? In sostanza, tanti punti interrogativi che vanno però affrontati dagli imprenditori. Perché il cambiamento è adesso. E solo facendone parte si può guardare al futuro. Con un sorriso.
Top 500 BolognaUn mondo in trasformazione. Incognite per chi fa impresa