e Carlo Bacchetta
Il settore del commercio all’ingrosso nel 2023 conta 46 società, 4 in meno rispetto alla precedente edizione con 4 new entry, a conferma di un trend ormai consolidato negli ultimi anni (6 in meno le aziende nel 2022 rispetto al 2021) rappresentando così il 9,20% delle Top 500 (rispetto all’11,2% dell’edizione 2020 e 2021); come di consueto, si è provveduto ad escludere dal settore in esame, quelle società che rientrano all’interno degli altri specifici approfondimenti e che commercializzano prodotti agroalimentari, meccanici o tessili.
Il peso – in termini di ricavi – del comparto in esame nel panel delle Top 500 nel 2023 è pari al
6,86%, contro il 6,54% del 2022, l’incremento rispetto all’esercizio precedente (contrariamente da quanto rilevato nelle ultime due edizioni) è conseguenza del fatto che i ricavi aggregati delle Top 500 si sono ridotti (-1,31%), mentre quelli del settore hanno sostanzialmente tenuto. In particolare, rispetto all’edizione precedente in cui si era registrato un forte incremento dei ricavi aggregati di settore, i dati di fatturato 2023 aggregati delle aziende oggetto di analisi crescono del 3,5% in termini nominali, mentre se si considerasse l’effetto inflattivo si resisterebbe un leggero calo (-1,8%).
Decisamente positiva è la crescita del numero di dipendenti del settore nel 2023 (+6,61%), significativamente più alta in termini percentuali rispetto all’incremento delle Top 500 che si ferma al +1,89%. Proseguendo le analisi dimensionali, si osserva che il dato aggregato degli attivi delle aziende del settore si è ridotto del 3,76% e questo – considerata la sostanziale tenuta del fatturato – significa che è aumentato lo sfruttamento degli investimenti. Meno positiva è la riduzione del valore aggregato dei patrimoni netti delle aziende del settore (-1,74%), che testimonia un leggero calo di patrimonializzazione.
I dati sulla marginalità evidenziano andamenti contrastanti. Crescono rispetto all’esercizio precedente l’Ebitda mediano (+4,74%) e l’Ebit (+4,39%), ma aumentano rispetto all’edizione
precedente, le imprese con Ebit e Ebitda negativi (l’anno scorso il 100% del campione registrava un EBITDA 0 mentre quest’anno è il 91,30%). Rispetto al 2022, inoltre, sono in flessione sia gli utili aggregati (-17,41%) che il valore mediano (-18,48%). In leggero calo è anche il valore mediano della redditività complessiva del capitale investito misurata dal ROI (-0,52%), così come il dato mediano della marginalità operativa, misurata dal ROS (-0,65%), mentre più marcata è la contrazione del valore mediano del ROE (-4,92%).
Il settore si è sempre contraddistinto nelle ultime edizioni per la grande stabilità finanziaria, i dati del 2023 sono in linea con quanto già registrato nella scorsa edizione. Il valore mediano del grado di copertura degli oneri finanziari è pari allo 0,49% dei ricavi, valore rassicurante ma anche se in crescita rispetto all’esercizio precedente. Inoltre, è ancora in diminuzione (quest’anno del 13,90%) il valore mediano del rapporto di indebitamento, che si attesta a 1,65.
In conclusione, il settore del commercio all’ingrosso nel 2023 si conferma un comparto caratterizzato da dinamiche contrastanti: i ricavi tengono nonostante la flessione delle Top 500 e l’occupazione cresce significativamente. Tuttavia, si registrano cali negli indicatori di redditività (ROI, ROS, ROE) e nella marginalità, evidenziando alcune fragilità da monitorare. La solidità finanziaria del comparto rimane invece un punto di forza, con una ulteriore riduzione dell’indebitamento.