NICHOLAS MASETTI
Top 500 Bologna

Lavoropiù per le imprese: "Così selezioniamo team di successo"

Con 120 filiali in Italia la società si occupa della ricerca di lavoratori. Oggi le professioni sono un mix di competenze e profili specialistici. Il dg Parracino: "Oggi ’creiamo’ le figure più idonee alla clientela".

Con 120 filiali in Italia la società si occupa della ricerca di lavoratori. Oggi le professioni sono un mix di competenze e profili specialistici. Il dg Parracino: "Oggi ’creiamo’ le figure più idonee alla clientela".

Con 120 filiali in Italia la società si occupa della ricerca di lavoratori. Oggi le professioni sono un mix di competenze e profili specialistici. Il dg Parracino: "Oggi ’creiamo’ le figure più idonee alla clientela".

Rudy Parracino, direttore generale, Lavoropiù è un hub di competenze che cerca il "perfect match" tra domanda e offerta di lavoro. Come nasce il brand? Per rispondere a quale esigenza?

"Lavoropiù nasce nel 1997 con l’introduzione del lavoro temporaneo in Italia, regolamentato dalla legge Treu, per rispondere alla crescente necessità di flessibilità e specializzazione nel mercato del lavoro. Oggi affrontiamo un mismatch che coinvolge il 50% dei profili disponibili, con un impatto economico stimato in 44 miliardi di euro, pari al 2,5% del Pil. La nostra missione è ribaltare l’idea del lavoro come mera transazione, creando connessioni di valore e promuovendo il lavoro come leva per la crescita personale e collettiva".

Quattro persone su 5 hanno ricevuto un’offerta di lavoro entro un mese dal primo colloquio con Lavoropiù. Quali sono i servizi che vi distinguono dai competitor?

"Questo risultato, confermato nel 2024, dimostra la nostra capacità di incidere su un mercato segnato da rigidità sistemica, asimmetria informativa e un cronico mismatch. Il nostro è un modello di business fortemente distintivo che si fonda su tre pilastri: costruzione di team efficaci, competenze tecniche e formazione continua. Per trasformare un’idea di business in risultati, però, serve la disponibilità, la passione, la competenza e la coesione di chi ogni giorno veicola il brand Lavoropiù: le nostre persone. Lavoropiù è anche prima nel proprio settore per rapporto tra numerosità del personale diretto e fatturato. Questa densità ci permette di combinare efficienza operativa e profondità di analisi. Sono i nostri Kpi (Key performance indicators) interni a guidarci verso l’eccellenza, garantendo che ogni collocamento rappresenti non solo un successo immediato, ma una relazione duratura tra lavoratori e lavoratrici, noi e le imprese".

Negli anni siete cresciuti tantissimo, creando una sede centrale a Bologna e altre 120 filiali. Nel 2023 il valore della produzione è stato superiore ai 209 milioni. E il 2024?

"La crescita è data, oltre che dalla competitività che abbiamo saputo dimostrare sul mercato, anche dalla compattezza della compagine societaria. La stabilità degli assetti proprietari e la piena condivisione sulle future attività di sviluppo testimoniano la solidità e la visione comune per il futuro del gruppo, recentemente costituitosi come holding. Il 2024 è stato un anno di consolidamento in termini organizzativi e di coraggio dal punto di vista commerciale. Continueremo a investire sulla creazione di nuovi servizi con cui supportare le aziende clienti anche su tematiche più avanzate come l’employer branding e la coabitazione intergenerazionale".

Quali sono le professioni più ricercate nella vostra lunga esperienza? E quelle che magari una volta si cercavano maggiormente e ora invece hanno perso appeal?

"Le dinamiche del mercato del lavoro sono cambiate profondamente. Professioni un tempo centrali, come profili generici, figure amministrative e addette/i al data entry, hanno registrato un calo della domanda. Parallelamente, cresce la richiesta di figure altamente specializzate in ambito IT, progettazione e manutenzione meccanica, logistica avanzata, sanità, HoReCa e GDO. Oggi, il semplice match tra competenze non è più sufficiente e in molti casi risulta impossibile. Il match è diventato valoriale. Le aziende cercano profili capaci di navigare la complessità con competenze ibride. Il nostro settore ha vissuto un cambio di paradigma: siamo passati dalla ricerca di competenze alla loro creazione, attraverso programmi di formazione e sviluppo in linea con le evoluzioni del mercato".

Attraverso Pyou siete attivi in altri quattro paesi nel mondo, ovvero Brasile, Hong Kong, Spagna e Regno Unito. Come stanno andando questi mercati?

"Pyou guida la nostra espansione internazionale, adattando il modello di business alle specificità locali. In Brasile, la crescita del Pil si scontra con un’inflazione elevata. Hong Kong rimane un hub cruciale, nonostante le instabilità geopolitiche. La Spagna registra un incremento occupazionale grazie al turismo e ai servizi, mentre il Regno Unito mostra i primi segnali di ripresa post-Brexit. Continuiamo a studiare altri mercati con interesse. È imminente l’apertura in Francia".

Che tipo di pubblico si rivolge maggiormente a voi? Qual è la fascia di età?

"Il nostro pubblico non è definito da fasce d’età, ma da necessità comuni. In un Paese con un milione e mezzo di inattive/i tra i 25 e i 34 anni, la priorità deve essere la promozione del lavoro di qualità. Il nostro obiettivo è rendere il lavoro buono più accessibile. A tutti livelli e in tutte le fasce d’età. Ciò include l’assicurazione di salari adeguati, il pieno rispetto di tutte le componenti della retribuzione e un puntuale e rigoroso adempimento degli obblighi fiscali e contributivi".

Avete una partnership come team sponsor della Nazionale Italiana di tennis femminile e maschile. Un grandissimo punto di visibilità, visti i risultati dei campioni azzurri.

"Lo sport è uno dei linguaggi principali che usiamo per comunicare con le nostre community. È un momento magico per noi. Stiamo vivendo da protagonisti alcune delle imprese sportive più memorabili di sempre. Da quando abbiamo annunciato la partnership con FITP il bilancio è clamoroso. Quattro finali e tre titoli mondiali. Nella stessa settimana, grazie alla duplice vittoria in Billie Jean King Cup e Coppa Davis, il nostro brand ha avuto un’esposizione internazionale da record. Le nostre scelte di marketing puntano all’autenticità. Quando si centrano successi di questa portata, è inutile nasconderci, siamo dove ogni azienda vorrebbe essere".