di Matteo Bigliardi
e Federico Polini
Tra i diversi settori analizzati delle Top 500 quello delle macchine automatiche risulta come di consueto uno dei più ristretti, contando al suo interno soltanto 13 società; questa nicchia di eccellenza, riconosciuta a livello internazionale, è trainata da tre grandi aziende del tessuto imprenditoriale bolognese che si collocano stabilmente tra le prime 10 posizioni della graduatoria e sviluppano complessivamente oltre 5,8 miliardi di fatturato sui 6,8 generati dall’intero comparto, influenzandone significativamente l’andamento generale.
Dall’analisi complessiva delle società del settore emerge che i ricavi, dopo il forte incremento registrato nel 2021 (+16,6%), proseguono la crescita a ritmi sostenuti anche nell’esercizio 2022, con un incremento medio del 13,1%, ben distribuito su tutti i quartili. Delle 13 aziende del campione, soltanto tre registrano una contrazione dei ricavi e tra queste solo due evidenziano una diminuzione piuttosto marcata che determina, in entrambi i casi, margini operativi negativi.
Sempre sotto il profilo dimensionale, si nota che l’incremento dei ricavi è accompagnato da un generale aumento dell’attivo di bilancio (incremento medio del 6,7%) e del patrimonio netto (incremento medio del 7,7%). Anche il numero dei dipendenti risulta in crescita del 4,7%, ma in tale caso l’incremento è concentrato quasi interamente sulle prime quattro società del campione.
Dall’analisi della redditività emerge che i margini intermedi del conto economico EBITDA ed EBIT risultano entrambi in aumento, rispettivamente del 7,1% e del 3,7%. I valori medi di tali indici risultano pari a 73,3 milioni per l’EBITDA (68,3 nel 2021) e a 39,8 milioni per l’EBIT (38,4 nel 2021). I valori mediani sono decisamente inferiori: 5,8 milioni per l’EBITDA (5,2 nel 2021) e 4,2 milioni per l’EBIT (2,8 nel 2021) e ciò dimostra che le aziende dell’ultimo quartile hanno dimensioni nettamente superiori a quelle dei quartili inferiori. Per quanto riguarda invece gli utili di esercizio, emerge una lieve flessione rispetto all’esercizio 2021 (-2,2%), determinata sostanzialmente dalle uniche due società che chiudono l’esercizio in perdita. I principali indici economici risultano sostanzialmente stabili: la redditività media dell’attivo investito (ROI) è pari a 5,1% (invariata rispetto all’esercizio precedente) mentre la marginalità media delle vendite (ROS) è 6,4% (in calo di circa un punto percentuale rispetto all’esercizio precedente).
Passando infine all’analisi del rischio finanziario emerge un rapporto di indebitamento medio pari a 2,5, valore pressoché invariato rispetto al 2021, mentre il valore mediano risulta in lieve aumento, passando da 1,49 a 1,65.
Si evidenzia inoltre un lieve aumento dell’incidenza degli oneri finanziari sui ricavi (1,4% nel 2022 contro 1,2% nel 2021), senz’altro determinato dall’aumento dei tassi di interesse verificatosi a partire dal secondo semestre 2022. Significativo al riguardo è il dato sugli oneri finanziari, che risultano mediamente in aumento del 35% rispetto all’esercizio precedente.