LUCA BONACCORSI*
Top 500 Bologna

Idee anti alluvione. Contro le catastrofi bisogna intervenire ora

Dalla manutenzione dei corsi d’acqua, alle infrastrutture al monitoraggio: le misure da prendere per evitare altre problematiche sono note e urgenti.

Luca Bonaccorsi: «Bisogna adattare il territorio al cambiamento climatico»

Luca Bonaccorsi: «Bisogna adattare il territorio al cambiamento climatico»

Gli eventi catastrofici del 2023 e 2024 sono esempi di eventi meteorologici sempre più frequenti e intensi, che non possono più essere definiti straordinari, ma piuttosto emblematici di una nuova, spaventosa, ‘normalità’.

Nonostante i solenni proclami, infatti, le emissioni annuali di gas serra continuano a crescere. E siccome la terra riesce ad assorbirne solo una piccola parte (circa il 10%), i gas serra continuano ad accumularsi in atmosfera per formare la ‘cappa’ che causa l’accumulo di energia e calore. Il calore stravolge il ‘ciclo dell’acqua’ e si traduce in precipitazioni più intense e concentrate, con un conseguente aumento delle alluvioni nei territori che non possono assorbire le precipitazioni. La produttiva e infaticabile Emilia-Romagna è uno di questi territori.

La sfida della sostenibilità in regione parte dalla sua capitale, Bologna, che è esposta al rischio alluvioni, ha un problema grave di inquinamento dell’aria ed è lontana dalla neutralità climatica desiderata già per il 2030. Il sistema fluviale della regione, caratterizzato da numerosi corsi d’acqua a regime torrentizio, risulta particolarmente suscettibile a piene improvvise in caso di precipitazioni intense. L’andamento dei fiumi, unito alla morfologia pianeggiante e alla limitata capacità di drenaggio del suolo, spesso argilloso, porta a frequenti fenomeni di esondazione che colpiscono aree urbane e rurali. Anche la Romagna presenta rischi climatici specifici: la pianura costiera è infatti soggetta a subsidenza, fenomeno che contribuisce ad aumentare il rischio di inondazioni, soprattutto in combinazione con l’innalzamento del livello del mare. La fragilità del territorio è ulteriormente aggravata dall’intensa urbanizzazione e dalla frammentazione del paesaggio naturale, dalla riduzione delle aree boschive e dalla presenza di arginature artificiali inadeguate che limitano la naturale espansione delle acque durante le piene.

Dopo i quasi 9 miliardi di danni nel 2023, Coldiretti stima che i danni diretti e indiretti all’agricoltura dovuti alle alluvioni del 2024 ammonteranno a circa 3 miliardi di euro.

Il dibattito climatico è spesso dominato dal tema della riduzione (mitigazione) delle emissioni. Ma il futuro di Bologna e dell’Emilia-Romagna dipende piuttosto dalla capacità di adattare il territorio e le comunità ai cambiamenti in corso. Le misure da prendere sono note e oramai urgenti: il ripristino delle aree di esondazione naturale, la rinaturalizzazione dei corsi d’acqua, gli interventi di ingegneria naturalistica per la stabilizzazione dei versanti e le pratiche agricole sostenibili per aumentare la capacità di assorbimento del suolo. Serve inoltre la progettazione e costruzione di infrastrutture in grado di resistere a eventi estremi, come strade sopraelevate, ponti più robusti e sistemi di drenaggio più efficienti. Di eguale importanza sono i sistemi di monitoraggio e previsione meteorologica, i sistemi di allerta tempestivi per la popolazione, la limitazione dell’urbanizzazione in aree a rischio, la costruzione di edifici resilienti alle alluvioni e l’utilizzo di materiali permeabili nelle aree urbane. Bologna, in quanto centro nevralgico della regione, ha il compito di fare da apripista in queste trasformazioni, promuovendo politiche di adattamento urbano e territoriale.

Per evitare altre catastrofi e il declino economico, la produttiva, infaticabile e creativa Emilia-Romagna deve cambiare. Presto.

*Direttore sostenibilità PwC Italia e membro del gruppo esperti di Efrag.