MATTEO NACCARI
Top 500 Bologna

Dalle alluvioni al Passante. Bologna ha bisogno di risposte

La città deve affrontare velocemente il nodo del maltempo. Avanti con le infrastrutture. Occorre anche una strategia precisa per lo sviluppo di ‘motori’ come fiera e aeroporto. .

Il futuro di un territorio dipende da mille fattori. Bologna ora si trova in uno dei suoi passaggi più difficili, perché velocemente c’è da incastrare i mille fattori. Intanto, questa città ha bisogno di una risposta rapida, immediata, concreta e definitiva contro le alluvioni che hanno violentemente e drammaticamente ferito il tessuto sociale ed economico. Gli sguardi sono rivolti al neo governatore Michele de Pascale che deve mettere in cima all’agenda la priorità di ripensare un intero sistema, così come non è stato fatto negli ultimi mesi. Con l’aiuto, ovviamente, del sindaco Matteo Lepore. La sfida più importante è questa, perché in un territorio insicuro si rischia non solo lo spopolamento, ma un indebolimento diffuso di tutto il sistema economico. Oltre a questo, c’è da ripensare e in fretta alcuni dei motori economici, partendo dall’aeroporto che pur girando a mille ha bisogno di investimenti per essere competitivo a livello europeo e che va inserito in un sistema regionale. A questo si aggiunge un ragionamento sulle fiere, perché se è vero che Rimini viaggia a pieno regime da sola – l’alleanza con Vicenza è vincente – non si può pensare di andare avanti in eterno senza una collaborazione o una forte integrazione sempre con Bologna. Ultimo problema da affrontare, certamente non il meno importante, è quello delle infrastrutture. La discussione sul Passante – ovvero l’allargamento della tangenziale e dell’autostrada, costo di diversi miliardi – continua senza arrivare mai a un dunque, a un progetto concreto, a un cantiere, mentre tutto il resto – treni regionali, piste ciclabile, viabilità accessoria – non sembra essere sostenuto a dovere. Adesso bisogna decidere e anche in fretta: o si fa il Passante o si usano quei miliardi per migliorare tutto quello che gira attorno. Perché stare in mezzo non serve a nessuno e soprattutto non serve a una città affogata dal traffico che ha bisogno di diventare vivibile, velocemente e senza tentennamenti.