ANDREA BONZI
Servizi

Il sindaco Matteo Lepore: "Chiedo la collaborazione di tutti per salvare vite. Multe? Da gennaio e con calma"

Il primo cittadino illustra il provvedimento: "L’applicazione sarà progressiva, i bolognesi apprezzeranno. Servirà un anno e mezzo per giudicarlo, vedrete che diventerà un punto di forza della nostra amministrazione".

"La Città 30 vogliamo realizzarla insieme ai bolognesi, l’applicazione avrà una velocità lenta e progressiva. Ci confronteremo nei quartieri, di pari passo, per capire come migliorare il provvedimento. E io credo che, alla fine, questa rivoluzione sarà uno dei motivi per cui i cittadini confermeranno questa amministrazione". Matteo Lepore, sindaco di Bologna, è convinto della svolta che ha impresso alla mobilità della nostra città.

Sindaco Lepore, dal 1° gennaio, il limite in città per la maggior parte delle strade diventerà ufficialmente a 30 chilometri all’ora. Come mai ha preso questa decisione?

"Dopo la pandemia, gli incidenti sono aumentati. Il nostro obiettivo è zero morti sulle strade. Noi vogliamo una città più sicura e a misura di persona, in particolare penso ai bambini e ai più fragili, come gli anziani. La Città 30 era già stata inserita nel programma di mandato ed è un provvedimento in vigore in tante città europee, con risultati importanti. Vorrei poi ricordare che la prima ordinanza su una Zona 30, a Bologna, risale al 1989".

Il nuovo limite è già in vigore, ma il vero test arriva ora, al rientro dalle vacanze. Come si comporteranno i bolognesi?

"I nostri cittadini, come sempre, saranno collaborativi, ne sono certo. Servirà almeno un anno e mezzo per giudicare la Città 30. Non si tratta solo di andare più piano, è un modo diverso di guidare, cambia completamente la percezione della strada. Significa anche guidare con meno stress. La vera differenza la faranno gli interventi di manutenzione che stiamo facendo per mettere in sicurezza le strade, tra l’altro molto colpite dall’alluvione Copriremo le buche e sistemeremo i marciapiedi danneggiati".

Si tratta di un provvedimento delicato, che ha sollevato dubbi e perplessità e che è già bersaglio di critiche da parte dell’opposizione. Non teme ripercussioni sul gradimento dei bolognesi?

"Abbiamo messo subito in campo Città 30 perché serve tempo per abituarsi ai cambiamenti, come tutti i progetti che vogliono incidere, in meglio, sulla città. Capisco le preoccupazioni di chi usa l’auto per lavoro, ma all’estero, nelle città in cui il limite è già in vigore, in realtà il traffico è diventato più fluido. Inoltre, stiamo facendo un grosso investimento sul trasporto pubblico: da giugno 2024 avremo treni ogni quarto d’ora che attraverseranno la città, ci vorranno 15 minuti dalla stazione di San Ruffillo per scendere a Borgo Panigale. Stiamo cambiando tutti gli autobus, trasformandoli in mezzi elettrici e filobus, e dal 2026 avremo due linee di tram. Insomma, il trasporto pubblico supporterà il cambiamento. E non aumenteremo il prezzo dei biglietti né degli abbonamenti fino al 2025, per sostenere i redditi dei bolognesi"

Tanti guidatori temono che i tempi di percorrenza si allunghino, per andare ad accompagnare i figli a scuola oppure per recarsi al lavoro.

"Basta usare un gps o Google maps per capire che il tempo di arrivo dipende soprattutto dalle interruzioni: cantieri, semafori, ecc. Stiamo sviluppando la sincronizzazione dei semafori in tutte le grandi radiali, manterremo a 50 chilometri le principali strade a scorrimento veloce e i viali di circonvallazione. Chi usa l’auto per lavoro, non avrà problemi. Inoltre, invito tutti a riflettere: negli orari di punta, è difficile fare più dei trenta chilometri all’ora, anche se si ha fretta".

State ragionando anche su una rimodulazione degli orari dei servizi per ’incastrare’ meglio il traffico cittadino?

"Sì, c’è un tavolo di lavoro con le associazioni di categoria. Ad esempio, gli orari di ingresso nelle scuole caratterizzano il traffico negli orari di punta. Poi c’è il tema del caricoscarico merci e della movimentazione degli artigiani e dei fornitori, ovvero tutto quel mondo del lavoro che attraversa la città con l’auto".

Quando inizieranno i controlli? E quando si comincerà a multare?

"Le sanzioni si potranno elevare dal primo di gennaio 2024. In questi due anni abbiamo già aumentato i controlli in via Azzurra e via della Pietra, strade caratterizzate da un’elevata incidentalità. Abbiamo deciso di inserire 5 autovelox in altrettanti punti delicati, con limiti a 50".

Gli autovelox multeranno chi non rispetta i 30 chilometri? Non rischia di passare come un modo per fare cassa?

"Non metteremo i velox fissi sulle strade a 30. Non è, quindi, un sistema per fare cassa, salvare vite è più importante. In questi mesi, la polizia locale accompagnerà questa misura: non ci saranno imboscate degli agenti per fare multe per i 30 all’ora, ma ci concentreremo nelle zone scolastiche e più frequentate dagli anziani. Invito però a ricordarsi che, in caso di incidente e contestazione, la velocità è uno degli elementi principali per determinare la colpa. E questo vale anche per chi non osserva il limite nelle zone 30".

Taxi e bus dovranno rispettare il limite?

"L’impostazione è quella: dovranno rispettarlo. Poi stiamo ragionando con i tassisti e il personale Tper per individuare eventuali criticità e risolverle".

E se città 30 non funzionasse? Si tornerà indietro? Sarà possibile rivedere alcuni aspetti?

"Noi siamo sempre disponibili a migliorare, la velocità di applicazione di questa misura sarà progressiva, ci confronteremmo nei quartieri con i cittadini. Sul sito abbiamo messo un questionario e hanno già risposto in dodicimila, aiutandoci nell’impostazione. Detto ciò Bruxelles, Londra, Parigi, Graz, Valencia, Edimburgo, l’intera Spagna che ha una legge nazionale ad hoc, non sono tornate indietro dalla Città 30. E anche in Italia riceviamo richieste di informazioni da molte amministrazioni, comprese alcune di centrodestra, come Pisa".

Si dirà, a Londra, Parigi, Barcellona c’è la metropolitana che assorbe gran parte degli spostamenti...

"Non tutte le città spagnole hanno la metropolitana, centri di media grandezza come noi hanno ottimi servizi. Noi stiamo cercando di migliorarli: abbiamo già 100mila abbonati al bus, in rapporto alla popolazione siamo ai vertici. In più c’è il Servizio ferroviario metropolitano e il tram che arriverà".

Sul calo degli incidenti non tutti sono d’accordo: si fa notare che la maggior parte degli eventi mortali avviene in provincia e che dipende, più che dalla velocità, da distrazione e uso del cellulare. Quale obiettivo vi siete posti?

"L’obiettivo è arrivare a zero morti sulle strade. Uno può essere distratto e guardare il cellulare, ma più forte va più rischia di ammazzare qualcuno. L’anno scorso ci sono stati 4.000 incidenti con feriti in città metropolitana, 360 milioni di euro il costo per il servizio sanitario nazionale e 60 morti di cui 23 nel capoluogo, ragazzi spesso giovanissimi. È inaccettabile".

Dossi, cartelloni, nuova segnaletica, marciapiedi rialzati: quanto avete investito nelle opere collaterali?

"Abbiamo preventivato 24 milioni di euro in due anni per aggiustare le strade, allarghiamo lo spazio per i pedoni e rendiamo il manto stradale performante. Per quanto riguarda la cartellonistica, siamo sui 150mila euro".

Come si integra la rivoluzione a 30 all’ora con la mobilità ciclabile?

"Stiamo investendo su piste ciclabili, aree scolastiche e strade pedonali nei quartieri, ci saranno poi sei nuovi parchi urbani: l’insieme di queste misure cambierà Bologna. Renderemo la città più piacevole e adatta ad essere girata a piedi e in bici. Attenzione, però: non vogliamo demonizzare l’auto, ma promuovere una convivenza migliore tra bici e auto".