In fondo, quella della Vuelle in serie A2 è una nuova avventura. In un mare in cui non navighiamo più da quasi vent’anni. Ha il suo fascino, questa cosa, ma anche i suoi rischi. Non sappiamo più chi sono le navi nemiche, non conosciamo più i marinai. Un’altra generazione di giocatori italiani nel frattempo è cresciuta e si sta facendo largo nel mondo del basket. Ma qui non li abbiamo mai visti, perciò ci sorprendiamo che qualcuno di cui poco prima non conoscevamo nemmeno il nome, possa segnarci venti punti così, senza colpo ferire. Le amichevoli del pre-campionato hanno raccontato che va bene l’atletismo, va bene la tecnica, ma esistono ancora l’agonismo e conta ancora la fame quella vera, che ti fa arrivare per primo su una palla vagante, prendere un rimbalzo anche sei più basso. E soprattutto bianco.
"Chi non salta bianco è" è un film che ci ha fatto divertire un sacco, ma in questo campionato non funziona così perché gli americani per ogni squadra sono solo due e la conseguenza è che gli italiani tornano a prendere i tiri che contano, in qualche caso anche a dettare legge. Semplicemente perché conoscono le dinamiche di questo torneo, che è molto più tattico e dunque un po’ più lento. Il livello del gioco magari non sarà eccelso, ma la maggior parte delle partite di questa stagione saranno equilibrate e questo garantisce già un certo interesse.
Pesaro ha costruito una squadra a trazione anteriore, con due esterni stranieri, per cercare di avere più talento nel reparto che, di solito, decide le sfide. Per possedere quell’imprevedibilità di costruirsi un tiro, anche quando lo schema è saltato, che è nel dna degli americani. Coach Sacripanti chiede perciò ai suoi lunghi italiani di tener botta sotto i tabelloni, ma l’infortunio dell’ultimo minuto di Danilo Petrovic apre un rebus di non facile soluzione perché trovare un sostituto, anche a gettone, è complicato vista la carenza di lunghi che esiste nella nostra pallacanestro. Bisognerà stringere i denti già da domenica a Lecce quando il pubblico pugliese saprà creare un ambiente caldo visto l’arrivo di una formazione così blasonata. Al quarto anno di serie A2 della loro storia, è naturale che i tifosi di Nardò siano ancora assatanati quando arriva una big: a guidare la formazione pugliese, in panchina e dietro la scrivania, due ex pesaresi: coach Luca Dalmonte e il diesse Matteo Malaventura, due che conoscono bene la realtà della Vuelle.
Il calendario proporrà già diverse infrasettimanali fra ottobre e novembre, quindi subito tanti punti in palio che potrebbero pesare nella corsa al primo posto che concederà il primo pass per la serie A. Ci vorranno tanta concentrazione e una bella dose di umiltà per riuscire a mettere del fieno in cascina e stare al passo della favorita Cantù, che dopo due finali perse non può più fallire, ma anche delle romagnole Rimini e Forlì, che hanno ambizioni serie, senza dimenticare realtà interessanti come Verona, Udine, la stessa Brindisi appena retrocessa insieme a Pesaro. Non mancheranno le out-sider e spesso anche il fattore campo potrà incidere sui match, visto che si gioca in campi più piccoli (la capienza richiesta è di almeno 2.000 posti), quindi più caldi, in grado magari di condizionare arbitri giovani, che si affacciano per la prima volta in questa categoria. Bisognerà essere anche scaltri, lucidi e sereni. Pronti via, si riparte. E questo ha sempre il suo fascino.