FRANCESCO PIOPPI
Sport

"Mi sono rimesso a nuovo». Chillo: un’estate di lavoro per l’intervento al menisco: "Adesso mi sento bene»

Matteo ha fiducia nella squadra: "Punteremo tantissimo sulla difesa. Winston? Talento allo stato puro. Barford ha solo bisogno di accendersi,. mentre Cheatham ha grande esperienza e ha un tiro micidiale".

Chillo: un’estate di lavoro  per l’intervento al menisco: "Adesso mi sento bene"

Matteo ha fiducia nella squadra: "Punteremo tantissimo sulla difesa. Winston? Talento allo stato puro. Barford ha solo bisogno di accendersi,. mentre Cheatham ha grande esperienza e ha un tiro micidiale".

Matteo Chillo, sappiamo che la sua è stata un’estate di grande lavoro per rimettersi al meglio dopo il piccolo intervento al menisco: come sta adesso?

"Sto bene, ho fatto questo piccolo ‘tagliando’ i primi di giugno perché mi ero dato l’obiettivo di non smettere mai di lavorare e volevo fare la riabilitazione qui a Reggio. Grazie allo staff e alla società sono stato seguito alla perfezione e il mio percorso è terminato verso la fine di luglio".

La preseason è andata in archivio tra luci e ombre, ma quello che tutti si chiedono è quale Unahotels vedremo quest’anno e in cosa siete cambiati?

"Sono anch’io in fase di studio, però l’anno scorso siamo stati caratterizzati da alti e bassi incredibili in casa e trasferta. Spesso risolvevamo le partite col talento estemporaneo, mentre adesso siamo più una squadra di sistema che deve creare una solidità importante in termini difensivi. Io parto da qui perché quando non sai ancora bene quali siano i margini di crescita, la difesa è sempre la prima ricetta".

Tra i tifosi, soprattutto dopo le prime sconfitte in amichevole, iniziava a serpeggiare un po’ di preoccupazione.

"No, non creda debba esserci alcuna preoccupazione, l’importante era arrivare ad avere una buona condizione e nell’ultima amichevole con Varese c’eravamo tutti e abbiamo fatto un buon lavoro. Ci sono state un po’ di complicazioni a livello di preparazione, ma sono cose che capitano a tutte le squadre e l’apporto di Cheatham è fondamentale per noi".

L’ala grande con il tiro da tre, categoria di cui lei stesso fa parte, è ormai un tassello chiave nel basket moderno.

"Fondamentale, soprattutto in Europa, dove il ‘4’ è una sorta di playmaker aggiunto, la persona da cui passano tanti palloni anche sul finale dell’azione: per un tiro o per essere coinvolto in un pick and roll. Kwan (Cheatham, ndr) è un perfetto esempio di ‘stretch 4’ con un tiro micidiale, conosce tanti campionati ed è sicuramente un ragazzo che capisce di basket".

Ne approfittiamo per conoscere meglio due volti nuovi come Winston e Barford.

"Cash (Winston, ndr) è talento allo stato puro, vede le cose prima che accadano, passaggi letture, senso del gioco ‘He smell the game’ tradotto: fiuta la giocata prima degli altri e mi vengono in mente alcuni clamorosi alley-oop per Momo e non solo: lo definirei un ‘talentissimo’. ‘JB’ ha talento pure lui, ha solo bisogno di accendersi. Vi faccio un esempio…".

Prego.

"Contro Trento, a Ponzano, verso la fine della partita ha preso due botte molto forti e lì ha cambiato faccia ed è partito. Ha bisogno della scossa che può essere una giocata oppure l’ambiente, è uno di quelli che immagino possa trarre benefici dall’atmosfera del PalaBigi. Ha un gran uno contro uno in isolamento e tanta forza fisica, sia in attacco che in difesa dove può essere un toro".

Dove può arrivare questa squadra?

"È molto presto per le previsioni, mi viene in mente Pistoia che da tanti era già data per spacciata mentre adesso ha preso Christon (ex Tortona e Brescia) e devi comunque andare a giocare là con tremila persone che urlano tutto il tempo. Noi pensiamo a costruire una nuova identità in difesa, a livello fisico siamo molto tosti".

È stata un’estate di fatica, la sua, ma in cui è riuscito a ritagliarsi un po’ di spazio per un viaggio che, da quanto abbiamo intuito dai social, ha lasciato il segno…

"Sì, a fine luglio sono partito per l’India ed è stato veramente un viaggio, nel vero senso della parola, in un mondo che è l’opposto - in termini di cultura e di tutto quello che accade – rispetto al nostro. Mi ha segnato molto, perché ti fa pensare e riflettere sulle cose più umane. Se uno è un minimo sensibile ti fa capire che siamo anche troppo fortunati e che a volte ci lamentiamo per nulla".

Chiudiamo con un pensiero verso i tremila abbonati che vi hanno dato fiducia.

"La riabilitazione mi ha fatto vivere la città come non ero riuscito a fare durante l’anno ed è stato davvero bello, ho scoperto una realtà vera e genuina. Vengo da un paesino di campagna come Castello di Serravalle, tra Bologna e Modena, e ho capito ancora di più l’affetto e l’importanza della pallacanestro in questa città. Spero che questa vicinanza si trasmetta ancora di più al PalaBigi, per tutta la squadra e soprattutto per i ragazzi americani che sono nuovi".