Fare a meno di Jannik Sinner è davvero un atto doloroso, di questi tempi. Da quando - lo scorso 26 novembre - l’altoatesino ha regalato agli azzurri il punto decisivo per la seconda Coppa Davis della nostra storia, infatti, il Paese e il mondo intero sono ai suoi piedi. Tuttavia, di tempo per festeggiare il suo secondo trionfo Slam arrivato domenica allo US Open, e il suo dominio oramai incontrastato nel ranking ATP, non ce n’è. Da mercoledì, infatti, capitan Filippo Volandri e la sua squadra sono chiamati a difendere l’Insalatiera a partire dal girone che - come dodici mesi fa - andrà in scena all’Unipol Arena di Bologna: le avversarie saranno quindi Brasile, Belgio e Olanda. Sinner, come prevedibile, sarà assente dopo le fatiche di Flushing Meadows, così come il numero 2 azzurro, Lorenzo Musetti. Eppure, se possibile, il 2024 ha consegnato nelle mani del capitano una squadra ancor più competitiva rispetto al passato. Merito, in particolar modo, della conferma di Matteo Arnaldi (già campione lo scorso anno a Malaga) ad altissimi livelli, e della fragorosa esplosione di Flavio Cobolli, oggi addirittura davanti al compagno di una posizione nel ranking, al n. 32. Il tutto senza dimenticare la ritrovata efficienza fisica di Matteo Berrettini, probabilmente l’uomo più atteso a Bologna in termini di appeal, e una coppia di doppio, quella formata da Simone Bolelli e Andrea Vavassori, che è saldamente al terzo posto nella Race annuale. «Le scelte sono il frutto delle riflessioni e dei confronti di questi giorni con tutta la squadra, presenti e assenti - ha spiegato il capitano -. Rispetto a questi ultimi, come sempre abbiamo cercato di accordare le esigenze della squadra con quelle dei miei ragazzi, perché abbiamo l’obiettivo di passare il turno anche tutelando la salute fisica e psicologica per restare competitivi fino al termine della stagione». Così si spiegano le assenze, compresa quella di Musetti: «Lorenzo ci ha manifestato la necessità di fermarsi qualche giorno, dopo il tour de force cui si è sottoposto negli ultimi mesi, anche per la partecipazione all’Olimpiade, e, anche in questo caso d’accordo con la Federazione, ho deciso per il bene suo e della squadra di consentirgli di recuperare una condizione psicofisica ottimale». Con un doppio come quello summenzionato, e tre giocatori comunque ampiamente all’interno della Top 50 (Berrettini è n. 44), le ambizioni non possono però che essere massime, considerando anche l’importanza del “fattore campo”. Da squadra campionessa uscente, l’Italia è certamente la favorita nel Gruppo A, ricordando inoltre che a strappare il pass per la Final Eight saranno ancora una volta le prime due classificate di ogni raggruppamento. Sottovalutare le compagini rivali sarebbe un errore imperdonabile, per questo - oltre che sulle qualità dei suoi elementi - gli azzurri potranno fare affidamento anche sull’esperienza di Berrettini e, anche se solo per il doppio, di un Bolelli che ha spesso vissuto le emozioni della Coppa Davis in tutte le vesti, giocando anche 43 partite tra singolare e doppio. Numeri che fanno da contraltare, invece, ad un Cobolli pronto a fare il suo esordio nella competizione, qualora le sue caratteristiche dovessero essere richieste. In fondo, il bello di avere elementi del genere a disposizione è proprio quello di poter scegliere specialmente i singolaristi di volta in volta, pensando allo stato di forma di ognuno, ma anche al tipo di avversario che si avrà davanti. A Bologna, lo show inizierà già da oggi, con la sfida tra Belgio e Olanda, mentre i padroni di casa si vedranno al mercoledì contro il Brasile. Dall’introduzione del nuovo formato, nel 2019, per i brasiliani sarà la prima apparizione nella fase finale della Coppa Davis. E più in generale, tra le due squadre sarà il primo scontro dal 1993. I verdeoro, guidati da Jaime Oncins, dovranno fare a meno del loro numero 1, il 24enne Thiago Seyboth Wild. E senza nulla togliere a Thiago Monteiro (n. 75 ATP), destinato ora ad ereditarne il ruolo, il compagno assente sarebbe stato molto più insidioso sulla carta, considerato anche il campo in cemento indoor. Il fascino del Brasile, dunque, risiede quasi tutto in Joao Fonseca, il baby prodigio classe 2006 che già molti in patria etichettano come “nuovo Sinner”. Guardando oltre, ma senza peccare presunzione, il calendario potrebbe essere un prezioso alleato per Volandri e i suoi. L’impegno più ostico dovrebbe essere quello finale, domenica 15 contro i Paesi Bassi, peraltro al gran completo. L’anno scorso, infatti, gli olandesi costrinsero l’Italia agli straordinari nei quarti di finale, con un 2-1 sancito solo dal doppio decisivo. Gli azzurri cercheranno con ogni probabilità di porre la massima attenzione negli impegni contro il Brasile e il Belgio (venerdì 13), con l’obiettivo di rendere poi quasi ininfluente ai fini della qualificazione la sfida a Tallon Griekspoor e compagni, incluso quel Botic Van De Zandschulp capace di “giustiziare” in tre set Carlos Alcaraz allo US Open. Anche il Belgio, difatti, sembra avere poche speranze per ambire ai primi due posti, dovendo scommettere quasi tutto sul classe 1999 Zizou Bergs (n. 80 al mondo).
SportItalia, da Bologna riparte il sogno Coppa Davis