
Kenny Gabriel, che con Brescia ha giocato ad altissimi livelli, è approdato alla Effe
La Fortitudo ha lanciato il primo segnale al campionato di A2: sua la Supercoppa, la terza che va in bacheca, e che carica l’entusiasmo, già al top, della tifoseria bolognese, già oltre i 4.000 abbonati. Cantù, data per la super favorita al salto di categoria, esce con le ossa rotte dal primo confronto che accende invece i riflettori su Orzinuovi: una realtà forse un po’ sottovalutata che ha allestito un ottimo roster e si candida a giocarsi almeno i playoff per la promozione. Quel che è certo è che, con il ritorno al girone unico, sarà una stagione appassionante, con tante squadre che si daranno prima battaglia per la promozione diretta e poi, quando sarà stata assegnata dopo un cammino lungo ben 38 partite, per trovare nella post-season un’altra chiave che apra la porta della serie A. Lì a decidere saranno le energie residue, fisiche ma soprattutto mentali, di chi sarà rimasto eslcuso dal paradiso e vuole lasciare al più presto il purgatorio.
Anche se in questo ’limbo’ ci si sente tutti un po’ più giovani dato si gioca ancora con la formula degli anni Ottanta, che segnarono il vero boom del basket: due soli stranieri e tutti italiani che al piano di sotto sono finalmente valorizzati, hanno in mano spesso i tiri decisivi, vivono la città e quindi mantengono anche il legame con la gente, che in serie A è andato spesso perduto, affidato sempre più ai messaggi social anzichè al rapporto coi tifosi in carne ed ossa incontrati per strada.
La Fortitudo in questo è maestra, con la squadra che rappresenta veramente il suo popolo: l’arrivo di Kenny Gabriel, che con Brescia ha giocato ad altissimo livello, è la ciliegina sulla torta. Ci proverà anche Pesaro, piombata in A2 dopo 17 anni e chiamata ad un bagno di umiltà per accettare l’accaduto e giocarsela senza snobismi di sorta: Sacripanti si è circondato di ex che conosce bene per avere qualche certezza in più sul carattere della truppa che in pre-campionato non ha convinto troppo. Fra le candidate al salto in serie A c’è anche Forlì, che ha fatto delle aggiunte di qualità con Tavernelli e Gaspardo e punta sull’esperienza di Demonte Harper. Non è affatto male nemmeno il roster di Rimini, che ha vinto la battaglia per accaparrarsi Pierpaolo Marini, un vincente di questa categoria, ha piazzato sotto i tabelloni la stazza di Gora Camara e saputo reagire al gran rifiuto di uno dei due Usa già firmati ingaggiando Gerald Robinson, un lusso per l’A2 se il fisico tiene.
A parte le ’nostre’ ci sarà da tener d’occhio Brindisi, l’altra nobile retrocessa che si affida di nuovo a Piero Bucchi come ai bei tempi; Verona che con Ramagli ha messo in panchina il re delle promozioni; Udine che già l’anno scorso aveva dato filo da torcere a tutti e Torino dove Boniciolli è chiamato a risvegliare l’interesse di un’altra metropoli attorno alla palla a spicchi. Cantù, sorvolando sul passo falso in Supercoppa, ha l’organico più completo con acquisti da urlo come De Nicolao e Tyrus McGee, gente che ha giocato finali scudetto e che dovrà però sapersi calare in un altro contesto. Reso straordinario anche dal ritorno di piazze dalla grande tradizione e passione popolare come Avellino e Livorno, che mancavano da questa ribalta da molto tempo. La formula del campionato, con l’introduzione dei play-in, regalerà poi qualche sogno a chi sa di avere l’organico per fare qualcosa in più che salvarsi.