VITTORIO BELLAGAMBA
Sostenibilità

Parmigiano Reggiano. Il Consorzio spegne novanta candeline: "Produzione boom"

Il presidente Bertinelli: oltre 4 milioni di forme, è quadruplicata "I mercati esteri sono il futuro della dop, dobbiamo investire". Giro d’affari per il consumo al massimo storico di 3,05 miliardi .

Parmigiano Reggiano. Il Consorzio spegne novanta candeline: "Produzione boom"

Parmigiano Reggiano. Il Consorzio spegne novanta candeline: "Produzione boom"

Mancano pochi giorni al "compleanno" del Parmigiano Reggiano. Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, ripercorre le tappe di una meravigliosa storia di una delle principali realtà del made in Italy. "Il 27 luglio 2024 spegneremo novanta candeline, ma ci sentiamo più energici e proiettati al futuro che mai – dice Bertinelli –. Nei primi anni, al Consorzio aderirono oltre duemila caseifici, che producevano più di 37mila tonnellate di Parmigiano Reggiano. Per dare un’idea del viaggio intrapreso da allora e del progresso delle tecnologie e delle tecniche di lavorazione, basti pensare che nel 2023 i 292 caseifici del Consorzio (situati nella zona di origine della Dop, che comprende le province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Mantova a destra del fiume Po e Bologna a sinistra del fiume Reno) hanno prodotto 4,014 milioni di forme, pari a circa 161mila tonnellate. La produzione è più che quadruplicata. Questi risultati sono merito sia del grande impegno che tutta la filiera sta portando avanti, sia della fedeltà che i consumatori continuano a dimostrare ai valori della nostra Dop: dalla lavorazione del tutto naturale alla cura artigianale, dal rispetto della tradizione fino al legame indissolubile con il territorio". Quali sono le prospettive?

"Stiamo attraversando un momento di forte cambiamento, in cui si profilano con chiarezza le inevitabili rivoluzioni del futuro: il tema della sostenibilità, la gestione dei costi di produzione in uno scenario di incertezze mondiali, la tutela nella dimensione globale dei mercati e degli accordi di libero scambio, le nuove sensibilità dei consumatori. Nel prossimo futuro, il Consorzio dovrà sempre più investire sulla crescita nei mercati esteri, che rappresentano il futuro della nostra Dop. Ciò impone una partnership sempre più forte tra i produttori e quei commercianti che dispongono di una rete di vendite e della forza per affrontare i mercati internazionali". Quali sono i principali risultati che emergono dal bilancio del 2023?

"Nel 2023 il giro d’affari al consumo ha toccato il massimo storico di 3,05 miliardi contro i 2,9 del 2022, con un aumento del 5%. Abbiamo ottenuto anche risultati positivi per le vendite totali a volume (+8,4%), sostenute da un andamento positivo dell’export (+5,7%), e soprattutto per le vendite in Italia (+10,9%). Inoltre, la quota export rappresenta oggi il 43%, con una crescita del 5,7% e risultati particolarmente positivi in Spagna (+7,8%), in Francia (+6,9%), negli Stati Uniti, primo mercato estero per la Dop (+7,7%), e in Australia (+21,8%)". La crescita dell’azienda si coniuga con la sostenibilità?

"Per il Consorzio il territorio è il bene più prezioso e l’intento dichiarato è di impegnarci sempre di più per preservarne le risorse naturali. La nostra Dop è un modello di sostenibilità, con un approccio fatto di rispetto non solo per l’ambiente, il territorio e le bovine, ma anche per i cittadini, che meritano una corretta informazione per una sana alimentazione. La filiera del Parmigiano Reggiano si caratterizza storicamente per bassi input: innanzitutto idrici, dato che il fulcro del sistema sono i foraggi freschi o affienati (prevalentemente erba medica e prati stabili, che necessitano di poca acqua); in secondo luogo, chimici, considerato che gli erbai necessitano di minime quantità di concime e che nella filiera del latte si utilizza meno dell’1% dei farmaci veterinari; infine, energetici, visto che si ara ogni cinque anni anziché ogni anno. Inoltre, il Parmigiano Reggiano è sostenibile anche perché contribuisce a fortificare l’economia e a preservare l’unicità della dorsale appenninica emiliana: è infatti il più importante prodotto Dop ottenuto in montagna. Basti pensare che oltre il 20% della produzione totale, circa 850mila forme, è concentrata negli 81 caseifici di montagna, che impiegano oltre 900 allevatori per una produzione annuale di oltre 4 milioni di quintali di latte. Ciò ha reso possibile il mantenimento di un’agricoltura in zone altrimenti abbandonate, invertendo una tendenza di decrescita che aveva colpito il comparto fino al 2014, e ha contribuito allo sviluppo di una società modernamente agricola e di un paesaggio riconoscibile e apprezzato sia dai suoi abitanti, sia dal circuito del turismo di qualità". Quali sono i programmi di internazionalizzazione?

"Di recente, a New York abbiamo partecipato al Summer Fancy Food Show, la vetrina che abbiamo scelto per comunicare le nuove iniziative del Consorzio mirate a sostenere le azioni di promozione della domanda e di rafforzamento della tutela negli Usa, il nostro principale mercato estero. Qui abbiamo annunciato il consolidamento di un forte investimento per attività di digital e influencer marketing, partecipazione a fiere ed eventi, attivazione e presidio dei punti vendita, supporto agli operatori e soprattutto rafforzamento della vigilanza sul mercato a stelle e strisce. Nel 2024 è stata infatti intensificata l’attività di controllo, effettuando un piano straordinario sulle principali città americane, ad esempio New York, Boston, Chicago, Dallas, Houston, Los Angeles, Miami, San Francisco, e in due città canadesi, Montreal e Toronto, per valutare le modalità di commercializzazione del prodotto. L’obiettivo principale è di instaurare un rapporto con le catene che commercializzano il formaggio per informare gli operatori sulle corrette prassi da adottare, anche attraverso linee guida disponibili sul sito del Consorzio di tutela. Saranno inoltre coinvolti anche esportatori e importatori al fine di aumentare la sensibilizzazione su questo tema e avere maggiore possibilità di confronto con le catene di distribuzione. A questo scopo, abbiamo annunciato l’apertura di un ufficio (corporation) negli Stati Uniti per avere maggiore efficacia nelle operazioni di promozione e di tutela".