Le trebbiatrici sono in azione e alle prese con cereali a paglia, frumento e orzo, in alcuni casi allettati per via delle piogge di maggio. Non ci sono ancora certezze dei risultati di una campagna che ha condizionato la qualità e le rese dei cereali autunnali, se non qualche anticipazione fatta con molta cautela da operatori e agricoltori. Nel panorama internazionale, le importazioni di cereali in granella in Italia, secondo le rilevazioni Istat del 2023, aumentano complessivamente di 901.000 tonnellate (+6%), con un controvalore in diminuzione di 203,4 milioni di euro (-3,9% rispetto al 2022). L’incremento quantitativo è dovuto principalmente al grano duro (+1,2 milioni di tonnellate, pari a +358,1 milioni di euro) e al grano tenero (+487.000 tonnellate, con un controvalore in diminuzione di 118,7 milioni di euro). L’Emilia-Romagna ha importanti areali produttivi che, a seconda delle annate, investe in superfici a frumento, in buona parte tenero: si parla di 160mila ettari, in un contesto nazionale di circa 570mila ettari a livello nazionale. "La situazione rilevata a pochi giorni dall’inizio della campagna di raccolta dell’orzo e dei frumenti è molto variabile – spiega Marco Sacchi, agronomo e responsabile cerealicolo della coop Progeo – e deriva principalmente dalle precipitazioni e dagli eventi climatici calamitosi primaverili, che hanno colpito il territorio emiliano-romagnolo a macchia di leopardo. Le zone più penalizzate sono quelle a ridosso della Romagna e del Parmense, dove ci sono diversi campi allettati. Va meglio nelle zone di Bologna e Ferrara, mentre a Reggio Emilia non ci sono particolari problematiche". "Si tratta – prosegue Sacchi – di un’analisi molto generale, perché in alcuni areali la situazione è davvero diversa anche da azienda ad azienda e non c’è uniformità. Unico tratto
comune è la presenza di malattie fungine provocate dalle precipitazioni intense, che però, anche in questo caso, hanno colpito più o meno intensamente a seconda delle varietà, della possibilità di fare i trattamenti e del periodo di attacco: se il grano si è ammalato presto, chiaramente i problemi sono stati maggiori". "Al momento possiamo solo fare previsioni, ma nonostante un andamento climatico non troppo favorevole, ci aspettiamo performance generali migliori rispetto all’anno scorso – termina Sacchi – con rese che crediamo saranno più soddisfacenti per i produttori". La ricerca e la selezione genetica e la scelta delle varietà è un elemento che le aziende cerealicole guardano con attenzione, in considerazione anche dei mutamenti climatici. "Si pensa spesso alla filiera come congiunzione della produzione col consumo – spiega Antonio Dall’Amore, direttore del settore cereali di Terremerse –, dimenticando però che la parte più importante viene prima della produzione. Per questo la ricerca e lo sviluppo sono sempre attenti alla ottimizzazione dei raccolti, fornendo indicazioni ai produttori in termini di genetica e di mezzi tecnici, perché l’agricoltura deve ritrovare il valore e la sostenibilità sotto tutti i punti di vista".