Dopo due stagioni da bollino nero, la campagna olivicola 2024 dovrebbe tornare nella media, ma, a seconda delle zone interessate o meno dalle strane nebbie primaverili, sarà una raccolta a macchia di leopardo: "La situazione di incertezza e incostanza nel raccolto riguarderà la zona di Ascoli, ma anche le altre province marchigiane", premette Gianfranco Santi, vice presidente di Linfa, l’azienda speciale della Camera di commercio delle Marche, che spiega: "Durante la fioritura abbiamo avuto anche piogge. Nelle zone dove c’è stato il fenomeno della nebbia, ovvero nelle zone più umide, non c’è stata una buona allegagione, cioè una buona trasformazione tra fiore e frutto. Questo vuol dire che in certe zone della regione avremo un raccolto scarso. Invece, magari anche a poca distanza, dove le condizioni climatiche sono state migliori e senza nebbia, potremmo avere una produzione abbondante".
I produttori confermano. Luca Guerrieri, che produce uno degli oli più pregiati a Piagge, in provincia di Pesaro Urbino, evidenzia che "dopo il crollo del quaranta per cento dell’anno scorso, ci aspettavamo un anno di ottima produzione, che in realtà sarà media. Siamo partiti da una fioritura abbondante, da fine marzo a metà aprile, ma essa è avvenuta in un lasso di tempo lungo. Il processo di trasformazione dei fiori in piccoli frutti è diverso da zona a zona e da varietà a varietà. Meno dell’ uno per cento dei fiori si trasforma nei fiori, come avviene nella media. Mancano quattro mesi alla raccolta e partiamo da una riserva idrica modesta, a causa della bassa piovosità dell’inverno. Ora ci aspettano i quattro mesi più caldi e maggiormente siccitosi". La qualità? Sarà molto alta a conferma del livello eccelso raggiunto dall’olio extravergine delle Marche, dove l’ulivo è un elemento essenziale della bellezza paesaggistica.
Giordano Galiardi, agricoltore a Cartoceto, ha verificato come "nei vari uliveti di nostra produzione la raccolta sarà diversa: a volte abbondante altre scarsa. Ma frantoio e raggiola stando a quello che vediamo ci daranno grandi oli extravergini". Gianluca Mirizzi, in provincia di Ancona, produce oli extravergini di eccellenti qualità organolettiche e accende l’attenzione sulla lotta ai parassiti: "Per chi come noi non usa pesticidi, è molto importante installare trappole ogni tre piante, ne abbiamo 3.500, che ci aiutano molto nel controllo degli insetti. Abbiamo avuto una primavera piovosa. La qualità dei nostro oli si annuncia eccelsa, lavoriamo molto sui monovarietali".
Da nord a sud della regione, Aprol Marche, l’associazione olivicola che assiste oltre 1.400 olivicoltori del territorio marchigiano, sta effettuando un monitoraggio costante degli oliveti, tramite i propri tecnici agronomi per valutare la situazione. Promosso lo stato di salute e la partenza ottima, si guarda al cielo nella speranza di evitare eventi estremi come quelli vissuti tra le province di Macerata e Fermo nei giorni scorsi con la grandine che ha colpito a macchia di leopardo, portando distruzione sulle coltivazioni. In questi giorni i tecnici hanno anche installato le trappole ferormoniche in oliveti campione, per monitorare la presenza della mosca olearia. Più avanti, se necessario, si potrà intervenire per preservare la qualità delle olive e, di conseguenza, dell’olio. Nelle Marche oltre 18mila aziende si dividono i circa 9.500 ettari di oliveti. Sono presenti 141 frantoi. A causa delle condizioni meteo la produzione 2023 è stata di 1.452 tonnellate di olio (oltre il 40% in meno rispetto alla media degli ultimi 5 anni). Un settore per il quale Coldiretti da anni "chiede un piano strategico regionale che metta al centro le aziende che sono sul mercato, producono reddito e occupazione, oltre al recupero dei tanti uliveti abbandonati che devono essere rinnovati per ridare ossigeno e speranze ai territori" sottolinea David Donninelli, responsabile di Aprol Marche. Per questo motivo, l’associazione, tramite il presidente Gabriele Sabbatini Rossetti, ha presentato il suo piano politico-strategico alla Regione Marche, per il rilancio del settore olivicolo marchigiano, e quindi della filiera olivicola Marchigiana.