Le imprese che partecipano alle fiere hanno una crescita quasi doppia rispetto alle medie di settore. È quanto emerge da un rapporto Prometeia-Aefi. Un surplus di beneficio rintracciato guardando ai risultati di un panel di 3.800 imprese che valgono il 25% del giro d’affari complessivo, ma che si sono rivelate protagoniste dell’incremento dei tre settori, con un’incidenza sulla crescita dei fatturati del 62% (+39 miliardi di euro su un totale di +62 miliardi), con punte dell’82% per l’agroalimentare. Il premio di partecipazione delle imprese è legato all’esperienza fieristica nell’immediato pre-Covid (2012-2019) e vale – stando alle stime econometriche di Prometeia - il 6,9% della crescita settoriale, pari a 4,3 miliardi di euro.
Ma è al futuro, grazie all’export e allo sviluppo delle Pmi, che guarda Aefi. Secondo il presidente dell’associazione nazionale di riferimento per quartieri e organizzatori di fiere, Maurizio Danese: "Per i tre macrosettori, cui corrisponde una parte significativa delle nostre manifestazioni internazionali, il rapporto stima un’evoluzione positiva del fatturato al 2026 di oltre 50 miliardi di euro (+5,7%) grazie soprattutto alle esportazioni che cresceranno in valore dell’11% a fronte di un mercato interno poco più che stabile. Per questo serve accelerare sul veicolo per l’internazionalizzazione delle nostre principali rassegne; la nostra call al settore e al governo riguarda possibili aggregazioni tra eventi leader del made in Italy per essere maggiormente presenti ache all’estero. Una piattaforma a regia unica per le iere tricolori oltreconfine su cui è fondamentale - e si confida imminente - l’adesione del Governo dei dicasteri coinvolti, a partire dal Mimit, e di agenzie come Ice e Simest".
Secondo il rapporto, l’effetto fiera potrà rivelarsi ancora più incisivo in maniera direttamente proporzionale all’adesione di Pmi (15 milioni di euro il fatturato medio) alle manifestazioni internazionali, in Italia e all’estero. L’ingresso di 4.150 nuove piccole e medie realtà alle fiere tricolori porterebbe infatti un beneficio di un altro +0,6% sull’aumento complessivo di fatturato dei tre settori (+56 miliardi di euro), con un incremento ascrivibile alla sola partecipazione fieristica che si attesterebbe a +5,7 miliardi di euro, anziché 3,1 miliardi.