FRANCESCO MORONI
Sostenibilità

Le perplessità di Cia: "Gasolio agricolo. Troppi ritardi e disagi con il nuovo sistema"

Il presidente Taddei sulle richieste per gli anticipi da parte di Agea: "Abbiamo chiesto la proroga per le difficoltà nel presentare i fascicoli". Poi le criticità della legge sulla caccia, del clima e del grano italiano.

Le perplessità di Cia: "Gasolio agricolo. Troppi ritardi e disagi con il nuovo sistema"

Le perplessità di Cia: "Gasolio agricolo. Troppi ritardi e disagi con il nuovo sistema"

"L’Italia è spaccata nel mezzo. Chi l’anno scorso era in forte crisi idrica, quest’anno prega perché smetta di piovere. I continui nubifragi e le grandinate ci hanno messo un po’ in difficoltà. Ora staremo a vedere con le trebbiature...". Su alcuni aspetti è scoraggiato, Alessandro Taddei. Il presidente degli agricoltori marchigiani di Cia guarda ai primi mesi del 2024 e allo scenario che si configura all’orizzonte per la seconda metà dell’anno, passando in rassegna criticità e problemi, opportunità e soluzioni. Ma punta il dito soprattutto sull’aspetto legato al clima: "Il Sud Italia non ci sta dando ottimi risultati, speriamo che le nostre zone del centro vadano meglio". E non solo.

Presidente Taddei, quali sono i nodi principali del settore secondo lei?

"Purtroppo abbiamo enormi difficoltà perché Agea (l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, ndr) ha messo in piedi un nuovo sistema operativo, che era stato illustrato come ‘una salvezza per i tecnici’, mentre invece si sta rilevando insostenibile".

Come mai?

"Non funziona e richiede aggiornamenti continui ogni volta che escono dei problemi. Dietro un fascicolo aziendale, però, c’è tutta una serie di operazioni: la richiesta per il gasolio agricolo, quella per la certificazione biologica, l’anticipo della Pac e altre problematiche".

Come vi state muovendo, allora?

"Purtroppo il fatto di non riuscire a presentare le domande sta mettendo in forte difficoltà tutte le aziende agricole. Questa famosa ‘Carta dei suoli doveva risolvere tutto, ma così non è stato. E ora siamo in ritardo".

Ci dica di più.

"Con i fascicoli bisogna lavorare a inizio anno, in modo da arrivare a maggio con il lavoro fatto in sostanza. Quest’anno viviamo forti ritardi e alla scadenza del 15 maggio non siamo riusciti a chiudere i vari fascicoli. È stata concessa la proroga a luglio, ma procedendo di questo passo non basterà".

Qual è il problema, soprattutto?

"Il problema è che quando bisogna avanzare la richiesta per il gasolio agricolo, senza il fascicolo non è possibile fare nulla. È un discorso per cui intervengono sia il ministero dell’Agricoltura che quello delle Finanze, un doppio passaggio che non facilità il procedimento. Poi c’è Agea, che non ammette le difficoltà. Anzi, dice che la Carta dei suolo funziona benissimo. Purtroppo è un problema che riguarda alcune regioni".

Quali?

"Quelle più grandi hanno il supporto di grandi rete e un sistema differente, in Emilia-Romagna ad esempio c’è Agrea. E siamo forte difficoltà anche per quanto riguarda le op (organizzazioni di produttori, ndr) dell’ortofrutta che presentano il piano culturale. Molte hanno sede nelle Marche, ma lavorano in Emilia-Romagna. Così tutto il sistema si intoppa. E alla fine sono i tecnici che ci rimettono".

Quali soluzioni ci sono?

"Il punto è che, se non si riesce a portare a casa il gasolio per poter lavorare, non è possibile prendere l’anticipo della Pac. In questo caso l’ente certificatore può contestare la mancata presentazione di un documento. A metà giugno di 100 domande ne avevamo chiuse appena 20. Bisognerà lavorare anche ad agosto...".

Cosa chiedete a politica e istituzioni?

"Siamo andati a far sentire la nostra voce anche a Roma, ma ci viene risposta che il sistema operativo funziona e che, essendo nuovo, il problema riguarda appunto i tecnici. Ora siamo in pressing sulla Regione per far intervenire il nostro assessore in modo da portare queste problematiche a livello nazionale".

Serve un cambio di passo?

"Serve ottenere l’anticipo da parte di Agea. Ci è stato risposto che tutto verrà sistemato, ed è per questo che la scadenza non può rimanere a inizio luglio, ma deve arrivare almeno fino a fine anno".

Che altro?

"È necessario che l’anticipo, invece che sulla base di questi fascicoli rimasti bloccati, vengano erogati sulla base dell’anno precedente".

Ci sono altri punti neri, poi, da risolvere?

"Un altro problema riguarda sicuramente la legge sulla caccia".

Che succede?

"Stiamo tornando indietro di 15 anni. Oggi come oggi ritorniamo al regime de minimis, cioè 25mila euro di contributi in tre anni in cui rientrano anche i risarcimenti per i danni della fauna selvatica. In quel contributo rientrano tutta una serie di azioni da compiere, mentre la fauna selvatica è in disponibilità dello Stato: se arreca un danno agli imprenditori, devono essere risarciti".

Su questo aspetto quali sono i prossimi passaggi?

"Ora c’è un tavolo in corso. Abbiamo un’associazione che si sta muovendo su questo. Ma non solo: aggiungo che noi siamo la terza regione per grano in Italia. Beh, un’altra cosa che ci ha fatto dispiacere a livello nazionale è aver rimandato l’approvazione di ’Granaio Italia’".

Cosa comporta?

"È uno strumento in grado di garantire la tracciabilità del nostro grano in Italia. Noi lo abbiamo chiesto a tutela degli agricoltori, ma anche dei consumatori. Perché, altrimenti, nessuno è sicuro un pacco di pasta, dove c’è scritto 100% grano italiano, sia davvero così".