Italia produttore leader mondiale. Entra nel carrello della spesa di 23 milioni di famiglie ogni anno

I dati elaborati da AssoBio confermano: oggi il 18% degli agricoltori rinuncia a pesticidi e fertilizzanti. Restano aperte sfide importanti, come taglio dell’Iva sui freschissimi e credito d’imposta sulle certificazioni.

Italia produttore leader mondiale. Entra nel carrello della spesa di 23 milioni di famiglie ogni anno

Italia produttore leader mondiale. Entra nel carrello della spesa di 23 milioni di famiglie ogni anno

di Marco Principini

In Italia le vendite del biologico nella Gdo rappresentano un giro d’affari da 2,1 miliardi di euro nel 2023, pari al 2,9% del totale alimentare nel canale, con un incremento del +4,7% rispetto all’anno precedente. I trend si differenziano a seconda delle aree regionali con un 3,4% del peso sull’acquisto alimentare nel Nord Est, un 2,9% nelle regioni del Centro Italia e, secondo gli ultimi dati di settore, la tendenza del 51% degli italiani che dichiara di adottare, con maggiore frequenza rispetto a qualche anno fa, scelte di consumo più sostenibili. In questo i prodotti biologici sono i più apprezzati e vengono riconosciuti migliori dai consumatori che li ricercano per l’origine italiana (34,5%), la sicurezza per la salute (23,5%) e il rispetto per l’ambiente (23%), temi che esercitano maggior richiamo per l’acquisto di questa categoria di alimenti.

Il biologico, infatti, rimane centrale nella spesa degli italiani: sono 23 milioni le famiglie che acquistano bio almeno una volta nell’anno, e la maggior parte delle vendite si vede nei prodotti freschissimi, in particolare della Gdo, con 321 milioni di spesa annua, e nell’acquisto di gallette, pasta integrale e confetture spalmabili.

"L’Italia è un paese leader nella produzione ed esportazione di bio nel mondo e vede costantemente crescere le superfici agricole coltivate a biologico, oggi il 18%, grazie ad agricoltori che rinunciano a pesticidi e fertilizzanti chimici a vantaggio dell’ambiente – afferma Nicoletta Maffini, presidente di AssoBio –. Dall’altro lato dello scaffale, l’88% degli italiani è alle prese con strategie di risparmio in tema di spesa alimentare legata ad un generale aumento dei costi e ad una riduzione del potere di acquisto. Questo penalizza i prodotti premium, come quelli bio, attualmente questo settore in Italia vale solo il 3% del mercato alimentare, e ci auguriamo di poter raggiungere quanto prima il 10% come nei principali stati europei. Per far questo è necessario che le associazioni di categoria facciano sinergia tra loro, con le Istituzioni e la Gdo per supportare i progetti di filiera e il giusto prezzo. Sul fronte economico ricordiamo la nostra richiesta per la riduzione dell’aliquota Iva sui prodotti freschi e per il credito d’imposta sui costi di certificazione per le aziende, un onere che ricade sul prezzo finale dei prodotti".