I dati del settore lattiero-caseario. Domanda vivace e prezzi in salita. Ma l’incognita resta il clima pazzo

L’osservatorio di Clal sul comparto: crescono le esportazioni di Grana Padano e Parmigiano Reggiano. Precipitazioni abbondanti e siccità potrebbero complicare le consegne. E poi c’è il tema delle guerre.

I dati del settore lattiero-caseario. Domanda vivace e prezzi in salita. Ma l’incognita resta il clima pazzo

I dati del settore lattiero-caseario. Domanda vivace e prezzi in salita. Ma l’incognita resta il clima pazzo

Fra maggio e ottobre il prezzo del latte in Italia e in Ue dovrebbe mantenersi sostenuto e in leggero aumento, grazie a una domanda mondiale vivace, in particolare per quanto riguarda formaggi, burro e panne. Lo prevede l’Osservatorio di Clal.it, punto di riferimento per il comparto, che ha analizzato i trend del settore in un incontro dedicato al settore dairy, alle commodity (mais e soia), all’energia (elettricità, gas e petrolio) e ai cambiamenti climatici.

Sul fronte dei prezzi per l’Italia, con valori del latte alla stalla intorno ai 51,50 euro/100 kg nella fase attuale (circa 5 centesimi rispetto alla media europea, grazie alle performance dei formaggi Dop, in particolare il Grana Padano, che garantisce in questa fase remunerazioni superiori ai 63 euro/100 kg), lo scenario può definirsi mediamente positivo, anche in chiave di remunerazione delle aziende. Tutto ciò grazie a costi della razione alimentare in parte in flessione e a un mercato positivo del Grana Padano, anche in chiave di export (+22,67% le esportazioni di Grana Padano e Parmigiano Reggiano nei primi due mesi 2024).

Per l’export di formaggi italiani, la crescita delle vendite in volume è stata costante dagli anni ‘90, rileva Clal. Anche in Ue-27 l’export di formaggi vola: +6,6% nei primi due mesi dell’anno, rispetto allo stesso periodo 2023.

"Restano le incognite legate all’andamento energetico, fortemente connesse allo scenario geopolitico, tuttora instabile a causa della guerra in Ucraina, delle tensioni in Medio Oriente e nello stretto di Hormuz e, in proiezione futura, al possibile ricorso ai dazi come misura protezionistica, elemento che potrebbe complicare l’export agroalimentare", evidenzia Alberto Lancellotti, analista di Clal.

Un altro elemento che potrebbe complicare il quadro concerne i cambiamenti climatici. Le consegne di latte potrebbero rallentare a causa dell’eccesso di precipitazioni (Nord Europa, Paesi Bassi, Irlanda, Regno Unito, Uruguay e Argentina) o per effetto della siccità (Sicilia, Sardegna, Spagna), influenzando allo stesso tempo le produzioni. Secondo Clal, le produzioni di latte dei principali Paesi esportatori a livello mondiale (Ue-27, Argentina, Australia, Bielorussia, Cile, Nuova Zelanda, Uruguay, Usa) "dovrebbero leggermente aumentare dello 0,39% fra aprile e settembre, con una crescita superiore nell’Ue, nell’ordine del +0,44%", prevede Mirco De Vincenzi di Clal.