di Marco Principini
Dalla coltivazione in campo alla lavorazione in stabilimento, dal packaging ai trasporti: è un’innovazione che corre lungo tutta la filiera produttiva quella di Conserve Italia, il Gruppo cooperativo alimentare dei marchi Valfrutta, Cirio, Yoga, Derby Blue e Jolly Colombani impegnato in un piano d’investimenti da 86,6 milioni di euro per traghettare l’azienda lungo la transizione digitale, tecnologica ed ecologica. Ne parliamo con il direttore generale Pier Paolo Rosetti, alla guida dell’azienda di San Lazzaro di Savena (Bologna), che si appresta a chiudere l’esercizio 2023-24 con 1,2 miliardi di euro di fatturato, con tutti gli indici in crescita.
Direttore, tantissime persone avranno visto in queste settimane il nuovo spot di Cirio con testimonial d’eccezione. Siete tornati a comunicare in maniera importante?
"Lo spot Cirio andato in onda negli ultimi mesi sulle principali emittenti televisive ha davvero colto nel segno e stiamo raccogliendo molti riscontri positivi. La scelta del testimonial, Elio e le Storie Tese, si è rivelata azzeccata; il messaggio della ‘passata trasparente’ come trasparente è la nostra filiera fa breccia nei consumatori. Il 2024 è un anno molto importante per le attività di comunicazione e marketing del Gruppo: in primavera c’è stato lo spot Valfrutta e in autunno sarà la volta di Yoga. Sosteniamo con forza i nostri principali marchi, emblema del miglior Made in Italy".
Marchi che hanno dietro una filiera composta da migliaia di produttori, dato che siete una cooperativa agricola. Come state sostenendo la vostra base sociale, concentrata soprattutto in Emilia-Romagna?
"Siamo un consorzio di cooperative agricole, quindi la nostra mission è quella di valorizzare la frutta, i legumi, i cereali e il pomodoro conferiti dai produttori nei nostri stabilimenti. Parliamo di circa 600.000 tonnellate di materia prima all’anno, tutte rigorosamente italiane, che noi trasformiamo realizzando e commercializzando i prodotti finiti. Sosteniamo la nostra base sociale innanzitutto attraverso l’attività del nostro Ufficio Agricolo, composto da un team giovane e dinamico di tecnici che assistono le aziende agricole insieme ai tecnici delle cooperative. Prevediamo premi per il raggiungimento di determinati risultati di qualità nelle produzioni, sosteniamo e incentiviamo gli investimenti, assicuriamo ai produttori la possibilità di fare parte di una grande e solida filiera che non delocalizza all’estero, ma rimane sul territorio a redistribuire ricchezza, dato che ogni anno riconosciamo circa 100 milioni di euro ai nostri agricoltori. Li stiamo inoltre accompagnando nelle transizioni".
A cosa si riferisce?
"Alla digitalizzazione dell’agricoltura, ad esempio. In partnership con xFarm Technologies e l’Università di Bologna, nei mesi scorsi abbiamo installato circa 600 dispositivi tra sensori e capannine meteo negli oltre 700 ettari delle 200 aziende agricole romagnole che partecipano ai nostri progetti di filiera per impianti programmati di frutta da industria. Si tratta di frutticoltori legati a noi da contratti pluriennali, che coltivano frutta per la destinazione industriale, con varietà dedicate e impianti studiati appositamente anche per la meccanizzazione delle varie fasi, dal diradamento alla raccolta. Nei loro campi abbiamo installato la più grande rete di monitoraggio agronomica d’Italia che consente agli agricoltori di avere in tempo reale informazioni meteorologiche, sullo stato di bagnature delle piante, sull’umidità del terreno e su altri aspetti fondamentali. Supportati dalla tecnologia, che viaggia su smartphone con apposita app, gli agricoltori possono ridurre notevolmente i consumi idrici e l’utilizzo di fitofarmaci. Ma non ci fermiamo qui, perché vogliamo renderli protagonisti della sostenibilità a tutti i livelli, come sta avvenendo nella transizione energetica".
Sostenibilità che però non convince molto il mondo agricolo.
"Gli agricoltori chiedono di essere accompagnati nelle transizioni senza imposizioni con tempi impossibili da rispettare. Sono i primi ad amare e rispettare il Pianeta. Rendere l’agricoltura protagonista della transizione ecologica significa ad esempio valorizzare l’impiego di pratiche agronomiche virtuose. Come? Misurando in maniera scientifica il sequestro di carbonio attuato dalle piante, nel nostro caso frutteti e orticole, e arrivando a certificare crediti di carbonio da scambiare nel mercato europeo ETS prevedendo un riconoscimento economico per gli agricoltori. È quanto stiamo facendo con il progetto Control Carbon promosso con l’Università di Genova e l’Università degli Studi di Milano".
Cosa significa per voi valorizzare il lavoro dei vostri soci portandoli sul mercato?
"Significa realizzare prodotti capaci di rispondere alle esigenze dei consumatori presenti sui nostri mercati di riferimento, a partire dall’export dove il nostro marchio di riferimento del pomodoro Cirio è in continua crescita. Sul mercato interno proprio quest’anno abbiamo lanciato importanti novità nei succhi di frutta con Yoga, come la nuova bottiglia per il formato famiglia e la gamma Ace in confezione ecosostenibile di cartone, mentre abbiamo lanciato con Valfrutta i Triangolini Morbidini, le polpe di frutta pensate per i bambini con i personaggi tipici della celebre collezione presente nei succhi di frutta. Sono tutte iniziative finalizzate a dare valore a ciò che i nostri soci agricoltori coltivano".