di Francesco Moroni
"Facciamo investimenti in vino. Un mercato non molto celebre in Italia, ma che gode di ottima salute nei territori anglosassoni: è bizzarro visto che siamo noi i grandi produttori… Occhio, però: non siamo promotori finanziari. Perché, detto tra noi, è molto più divertente parlare di vino che di azioni". Matteo Gavioli è insieme al socio Andrea il fondatore di Wine Wins, realtà che da un paio di anni si occupa di investimenti in beni rifugio di un certo tipo: le bottiglie di vino, in particolare quelle pregiate. "Possono essere equiparate a investimenti in opere d’arte, orologi, borse, ceramiche – continua Gavioli –, ma nessun altro bene ha avuto le performance del vino negli anni: una crescita tra il 130 e il 160%. Solo il whiskey ha fatto meglio". E così la società si occupa di osservare i mercati, scegliere i prodotti migliori, selezionare i momenti perfetti in cui vendere e acquistare, e non solo.
Nel 2020 tutto è cominciato. "Abbiamo deciso di avere a Bologna la sede pratica e a Treviso quella legale: era importante per noi stare qui. Siamo soddisfatti dell’attività e i clienti sono interessati. Ci occupiamo di tanti eventi, meeting e incontri, e la curiosità è crescente perché, si sa, di questi tempi lasciare i soldi sul conto corrente può non essere molto vantaggioso…".
Come si svolge l’attività?
"Ci occupiamo di procacciare prodotti importanti per clienti che, magari, vogliono anche soltanto degustare il vino. Oppure vogliono possedere il bene, in modo da poter vedere aumentare il suo valore nel prezzo. Ora abbiamo iniziato anche con il processo che riguarda gli Nft (i Non fungibile token, ndr)".
Come funzionano?
"Attraverso un codice Qr sull’etichetta è possibile raccontare la storia del vino, garantire l’autenticità del prodotto e mostrare la tracciabilità della bottiglia e della filiera. Dopodiché, ci occupiamo di stoccare il vino per conto dei nostri clienti: teniamo le bottiglie in un magazzino a temperatura controllata, con un costo annuale di stoccaggio. Si parte da un massimo del 3% fino all’1% del costo per il pacchetto più importante".
Poi?
"Poi trattiamo l’acquisto e la vendita. Da un punto di vista tecnico esistono momenti migliori e altri in cui è meglio non muoversi".
Perché rivolgersi a un professionista?
"Perché il privato non ha accesso ai magazzini doganali, ad esempio, mentre noi garantiamo anche l’opportunità di non dove pagare l’Iva. Il guadagno è immediato e così c’è competitività sul mercato. Poi forniamo garanzia e certezze, abbiamo canali di contatti con i grandi mercati, i collezionisti, le case d’asta. E non solo".
C’è di più?
"Abbiamo accesso ai grandi database come la Borsa del vino di Londra, appannaggio solo degli addetti al settore. Monitoriamo accuratamente i mercati".
La ‘Bologna Wine Week’ cosa significa per voi?
"È molto interessante e arriva in momento in cui, a mio avviso, di fiere del vino come ‘assaggio’ ce ne sono anche troppe. Questa iniziativa invece è diversa, è fatta bene, ci sono spazi dedicati agli approfondimenti delle varie tematiche in una cornice molto bella. Mi sembra un evento adatto a Bologna, che sta diventando un hub di una certa importanza quando si parla di vino".