Diciannove i consiglieri favorevoli, dodici i contrari. Sono quasi le 18 di giovedì 11 dicembre quando il Piano Urbanistico Generale - dopo quattro Commissioni Consiliari e due giornate in sala del Consiglio - viene ufficialmente adottato in Consiglio Comunale. Ma prima della data che ha segnato l’inizio del futuro della città, l’iter è stato lungo e complesso, con un percorso che ha visto l’Amministrazione e l’Ufficio di Piano (nato appositamente per redigere il PUG) lavorare in concertazione, coinvolgendo portatori d’interesse ed enti territoriali per arrivare a un obiettivo comune. Ma che cos’è il PUG e da dove nasce l’esigenza di redigere un atto così importante? Il Piano Urbanistico Generale è lo strumento di pianificazione che il Comune di Ferrara ha predisposto per individuare le scelte strategiche e la disciplina per governare le trasformazioni del territorio, a quasi vent’anni dall’elaborazione del precedente Piano Strutturale Comunale. In sostanza, il PUG disegnerà i confini urbanistici della Ferrara del futuro, incidendo anche sulla sfera economica e sociale. Il Piano, infatti, stimola la crescita di attori imprenditoriali, valorizzando il territorio cittadino, con particolare attenzione alle frazioni e alla tutela del proprio patrimonio storico, identitario e del paesaggio. «L’adozione ci porta a una nuova fase, decisiva, del percorso verso l’approvazione finale del PUG - ha spiegato il sindaco Alan Fabbri - Un’approvazione essenziale: il Piano rappresenta infatti uno strumento fortemente legato alle specificità del nostro territorio, che intende valorizzare il patrimonio di Ferrara e dare un supporto fattivo e concreto alle imprese che qui possono e vogliono investire. Questa votazione consolida anche altri obiettivi per noi fondamentali, quali la riduzione del consumo di suolo, l’attenzione alla sicurezza, la riqualificazione delle aree già urbanizzate, il miglioramento delle condizioni ambientali ed edilizie, senza tralasciare le sfide globali legate ai cambiamenti climatici e ai nuovi bisogni energetici. Ringrazio chi ha lavorato e ha collaborato alla proposta del PUG e quanti l'hanno reso strumento necessario per rendere concreta la visione di una Ferrara per il prossimo futuro, sempre più bella, sostenibile e attrattiva». La proposta di PUG parte dal presupposto della semplificazione dei processi ed è fondata su tre capisaldi: il primo è la rigenerazione della città costruita, in particolare delle circa 80 aree dismesse o semiabbandonate individuate. Il secondo è la riduzione del consumo di suolo, con l’eliminazione di ettari ed ettari di previsioni di espansione del centro urbano: la capacità massima del PUG riferita ai nuovi insediamenti utilizzabile fino al 2050 sarà pari a circa 150 ettari. Tramontano, dunque, i vecchi progetti di espansione che avrebbero divorato altri 1800 ettari di territorio. Il terzo obiettivo, infine, è il miglioramento della qualità urbana ed ecologico-ambientale di città e frazioni. «L’adozione del PUG in Consiglio Comunale ha rappresentato un momento storico per Ferrara, perché da qui in avanti si scriveranno i prossimi 50 anni della nostra città. Al centro del PUG tantissimi temi, ma forse il più importante è quello legato al minor impatto ambientale, alla tutela del verde e alla mobilità sostenibile. Ringrazio tutti gli ordini professionali, le imprese, le aziende, i cittadini, le associazioni e gli enti che in questi anni hanno collaborato con noi per far sì che venisse redatto un Piano pensato da e per tutti», ha proseguito l’assessore con delega all’Urbanistica Nicola Lodi. Cuore pulsante del Piano sono poi i cinque progetti strategici che promettono di trasformare Ferrara. Il primo, lungo il Canale Boicelli, punta a creare una direttrice di innovazione produttiva ed energetica. Il secondo, sviluppato lungo il Canale Po di Volano, ridisegnerà i rapporti tra città storica e periferia. Un ambizioso progetto di parco nord unirà agricoltura, sport e tempo libero, mentre la cintura verde intorno alle mura storiche recupererà uno dei patrimoni più preziosi della città. Il quinto progetto, forse il più suggestivo, è la realizzazione di un percorso ciclabile che ricucirà i margini urbani, creando un nuovo parco sud che collegherà diverse zone della città attraverso una pista ciclabile sul tracciato di una ferrovia dismessa. Il Piano classifica il territorio in una serie di tessuti dalla città storica a quella consolidata, dai territori produttivi alle aree rurali definendo per ciascuno regole e possibilità di intervento. Determinante è stato il processo partecipativo che ha accompagnato la nascita del Piano. Sedici incontri pubblici hanno coinvolto una platea variegata: ordini professionali, imprese del Polo Chimico, associazioni economiche e ambientali. Ben 240 proposte sono state raccolte durante l’avviso pubblico, e 292 osservazioni sono state attentamente esaminate e in gran parte integrate nel documento finale. L’adozione in Consiglio non conclude la transizione dal Piano Strutturale al PUG. Manca un ulteriore passaggio presso il Comitato Urbanistico di Area Vasta, un organo che raccoglie i numerosi soggetti istituzionali chiamati a esprimere in 120 giorni parere sul PUG, prima dell’approvazione definitiva, che spetterà sempre al Consiglio Comunale nel corso del 2025. «Ora la palla passerà al CUAV – ha ribadito Lodi – ma siamo fiduciosi sull’esito e sulle tempistiche perché certi di essere riusciti a portare, sul loro tavolo, un Piano all’avanguardia». Ferrara, dunque, si prepara a diventare un laboratorio di innovazione urbana, dove la rigenerazione non è solo una parola, ma un modo concreto di ripensare l’ambiente. Un progetto che guarda al 2050, ma che inizia oggi, con il coinvolgimento di cittadini, imprese, associazioni in un percorso di trasformazione condiviso.
ServiziIl PUG finalmente adottato in Consiglio Comunale «è una giornata storica