WALTER BELLISI
Eventi

Tigelleria Pelloni, tappa per tutte le stagioni

Da oltre 50 anni è una istituzione a Sestola insieme alla gelateria in piazza. "I turisti amano le tigelle, comprano scorte da portare a casa" .

Tigelleria Pelloni, tappa per tutte le stagioni

Tigelleria Pelloni, tappa per tutte le stagioni

Due anni fa, il Bar Centrale di Giorgio Pelloni ha festeggiato cinquant’anni di attività con una grande festa a base di tigelle, gnocco fritto e borlenghi per l’intero paese. Di strada ne ha fatta tanta durante questo mezzo secolo quest’esercizio commerciale, divenuto un’istituzione, conosciuta ben oltre Sestola dove si trova il cuore produttivo e commerciale. Al civico 22 di Corso Umberto è impossibile non vedere le insegne con scritto Tigelleria Pelloni, che esporta le sue tigelle anche in città, alle fiere e alle sagre. "La prima fiera a cui partecipammo, tanti anni fa – racconta il signor Giorgio – fu la Campionaria a Modena. C’era anche Giorgio Fini che era forte con i tortellini e noi eravamo forti con le tigelle". Giorgio Pelloni, dopo aver frequentato la scuola alberghiera ed essere stato cameriere in diversi locali, fra i quali lo Chalet delle Rose a Pontecchio Marconi, dove serviva anche l’ing. Enzo Ferrari, rilevò il bar Centrale di Sestola che era un’osteria dove si giocava a carte. Bisognava inventarsi qualcosa per richiamare altri clienti. Acquistò un jukebox, il primo a Sestola. "I vecchi clienti si arrabbiarono – racconta –, mi dicevano fuori te o quello ‘scarcassone’, volevano le carte. Iniziarono a venire gli avieri americani della base del Cimone e gli italiani di leva, tutti giovani, e non tardarono a presentarsi le ragazze del paese. Fu una cosa meravigliosa vedere questa trasformazione. Adesso siamo fortissimi con le tigelle. I turisti, che salgono a Sestola a respirare un po’ d’aria buona, vengono a mangiare le tigelle, le portano a casa vuote e le mettono in freezer. Le forniamo anche al Mercato Albinelli di Modena".

Il 70 per cento del giro d’affari del Bar - Tigelleria deriva da questa specialità che, per un discorso commerciale, Pelloni ha chiamato con il nome dei dischi in terra refrattaria che, specialmente un tempo, servivano per cuocere quella che viene chiamata tradizionalmente crescenta o crescentina. "Il nome tigelle serve per distinguere il prodotto – spiega Pelloni –, perché delle crescenti ce ne sono di tanti tipi". Le tigelle di Pelloni si possono gustare anche nell’altro suo locale a Sestola, la Gelateria Pelloni, in Piazza Passerini, gestita dai nipoti Cecilia ed Enrico. Un terzo esercizio commerciale, il pub Gosling, l’ha invece ceduto in gestione a terzi.

Esclusi i titolari, sono quattordici ora le persone occupate nelle due attività di Pelloni, che durante l’estate diventano una trentina. E fra i clienti, come mostrano alcune fotografie, c’è il campionissimo Alberto Tomba. "Tomba veniva a sciare a Sestola da ragazzino – racconta Giorgio Pelloni –, frequentava il bar Centrale e le tigelle gli piacevano molto. Anche i suoi genitori, Grazia e Franco, erano nostri clienti. Quando Tomba iniziò a gareggiare, il Tomba Club Sestola lo seguì in tutte le gare di Coppa del mondo. Partivamo alle 3 del mattino con un pullman. Io allestivo lo stand per i giornalisti e gli ospiti e offrivo gratis le tigelle con il lambrusco".

Giorgio Pelloni possiede una piastra per cuocere una tigella gigante, di due metri di circonferenza "La costruì mio fratello, che è un fabbro, per esigenze televisive. Da allora, in occasione della festa della Madonna del Rosario ce la chiede il parroco per cuocere la mega tigella".