JACOPO GOZZI
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Parapendio, la montagna riscoperta dall’alto

A Monfestino il club Jonathan Livingston con quasi 70 soci è un punto di riferimento per appassionati. "Volo silenzioso ed ecologico"

Parapendio, la montagna riscoperta dall’alto

Parapendio, la montagna riscoperta dall’alto

Sono quasi settantai soci che attualmente fanno parte del club Jonathan Livingston di Monfestino, l’associazione che, ispirandosi alla storia del celebre gabbiano, rappresenta un punto di riferimento per tutti gli appassionati di parapendio che vogliono decollare dall’Appenino modenese.

"Alcuni dei nostri iscritti – spiega Luciano Rubbiani, presidente del club – volano in deltaplano, ma la maggior parte utilizza il parapendio. Si tratta di un volo silenzioso: non c’è motore e la vela non è altro che una grande ala che si gonfia con l’aria. Mediamente, si mantiene una velocità di circa 25 km/h. L’abilità del pilota è quella di riuscire a sfruttare le ‘termiche’, ovvero le correnti ascensionali che permettono di arrivare ad alta quota".

I piloti decollano da un crinale che si trova a 750 metri di altitudine, ma i più esperti, sfruttando le correnti opportune, riescono ad arrivare anche a 1800 metri di quota e valicare l’Appennino. "Durante il volo – prosegue il presidente – i meno esperti si limitano a planare e per farlo scelgono specialmente le prime ore del giorno e quelle serali, evitando i momenti centrali della giornata, durante i quali si formano più spesso le correnti ascensionali. I piloti più allenati, invece, riescono a risalire le termiche e compiono dei veri e propri viaggi. C’è chi va a Polinago o Sestola, ma abbiamo soci che sono arrivati anche a Marina di Ravenna o al Lido di Camaiore".

Benché il parapendio sia ritenuto uno sport estremo, secondo Rubbiani, il segreto è la prudenza. "Sentire parlare di sport estremo – le parole del presidente – fa storcere il naso a tutti gli appassionati di questa disciplina. È vero: ci sono dei rischi, ma occorre pianificare con attenzione il viaggio ed essere sempre attenti. Personalmente non ho mai avuto difficoltà, perché compio tragitti brevi di massimo due o tre ore, mentre le criticità accadono soprattutto nei percorsi più lunghi. In ogni caso, quando si vola, bisogna avere sempre in mente un possibile punto di atterraggio in caso di emergenza: per quanto una persona sia prudente, gli imprevisti possono sempre capitare, specialmente se si verificano turbolenze inattese. Per le eventualità più tragiche, abbiamo anche un paracadute d’emergenza". Per volare, quindi, è necessaria tanta attenzione, in particolare durante il decollo e l’atterraggio. "I momenti più delicati – chiarisce il presidente – sono quelli in cui ci si trova vicini al suolo. Per partire, solleviamo la vela e se non c’è vento il pilota corre affinché il parapendio si apra. Serve anche un certo dislivello, e a tal proposito, a Monfestino c’è il primo monte abbastanza ripido che incontra la pianura. Una volta decollati, cerchiamo le termiche per arrivare in quota. A volte, ci capita di trovare le correnti ascensionali osservando i rapaci che sfruttano l’aria calda per salire senza fare fatica. Anche l’atterraggio è una fase delicata perché servono spazi liberi da intralci, inoltre, è fondamentale atterrare con il vento contrario per perdere velocità".

Anche se Rubbiani è un pilota esperto, ricorda ancora chiaramente le emozioni del primo decollo. "Il primo volo è un’emozione unica – racconta il presidente – che non dimenticherò mai. Camminando, siamo abituati a due direzioni: salire verso l’alto per la prima volta ti fa scoprire una ‘terza dimensione’. È una sensazione indescrivibile, che auguro a tutti di provare, almeno una volta nella vita". "Volare in parapendio – conclude Rubbiani – è ecologico e sostenibile: partiamo e atterriamo a piedi, senza rovinare nulla. Credo che promuovere questo sport sia un modo efficace per valorizzare l’Appennino, un territorio bello e ricco che merita di essere riscoperto. Requisiti per volare? Serve soltanto un minimo di agilità per decollare o atterrare, ma il parapendio resta uno sport senza età".