WALTER BELLISI
Eventi

Oltre la disabilità, sul Cimone lo sci è per tutti

La campionessa e istruttrice Milani sei anni fa ha fondato ’In2TheWhite’ accompagnando non vedenti e persone con invalidità nelle discese

Oltre la disabilità, sul Cimone lo sci è per tutti

Oltre la disabilità, sul Cimone lo sci è per tutti

Esiste un’eccellenza sul nostro Appennino che svolge un ruolo importantissimo nel mondo delle disabilità.

È il Centro di sci adattato Monte Cimone, che offre servizi dedicati a persone con disabilità motoria, cognitiva, sensoriale. Ha la sede a Passo del Lupo, nel cuore degli impianti del comprensorio sciistico e lo coordina la ASD In2theWhite con il contributo della Fondazione per lo Sport Silvia Parente.

In prima linea troviamo la campionessa di sci Barbara Milani, sestolese di Pian del Falco, maestra di sci, allenatrice, istruttrice nazionale e fondatrice, con il motto ‘Lo sci per tutti’, di In2theWhite, associazione della quale è presidente.

Barbara, quando è iniziata quest’attività?

"Sei anni fa. La Fondazione per lo sport Silvia Parente di Bologna si occupava di disabilità e di accompagnamento delle persone con disabilità grave sulle piste al Corno alle scale e io avevo nel mio gruppo ragazzi disabili autonomi. La Fondazione propose di unire la sua attività alla mia sul Cimone, meglio accessibile del Corno, ed è nata In2theWhite.

L’anno prima del Covid abbiamo costruito una casetta di legno a Passo del Lupo, nella quale, all’interno, ci sono il bagno disabili, attrezzature comode per loro, un salottino dove possono riposare anche i genitori. Per realizzarla ci sono stati grande aiuto il Comune di Sestola, la Regione e al crowdfunding hanno aderito privati. Ora abbiamo ragazzi che vengono quassù da tutta Italia".

Quali tecniche utilizzate per far provare le emozioni dello sci a questi giovani?

"I ragazzi con disabilità molto gravi vengono posti nel monosci e seguiti da guide specializzate e li accompagnano lungo le piste. È bello quando li vedi ridere, godere di questo momento, sentendo l’aria, la velocità. Questa è una parte molto bella, ma praticata solo a chi non può sciare in modo autonomo. Io personalmente mi occupo delle disabilità gravi e cerco di insegnare a sciare applicando tecniche un po’particolari, con attrezzi adeguati in base alla disabilità, perché ogni disabilità necessita di un suo attrezzo ed è necessaria tanta fantasia per capire che cosa può fare il ragazzo, come lo può fare, quale attrezzo gli può essere utile".

Quante persone sono impegnate in queste attività?

"Disponiamo di una quindicina di guide specializzate che conducono i monosci, guide per i non vedenti perché questi necessitano di una persona che stia loro davanti, che invii loro segnali acustici anche per mezzo di un robottino.

Poi ci sono i maestri specializzati delle varie scuole di sci del Cimone che vengono chiamati in base alle richieste che abbiamo".

Qualche mese fa lei ha compiuto un vero prodigio: è riuscita a far sciare per un breve tratto di pista, in piedi, da sola, una ragazza romagnola disabile da una quindicina di anni.

"Abbiamo avuto diversi giovani che sembrava impossibile potessero scendere la pista, da soli, sugli sci. Fra questi, anche Maddalena di Modena, che è riuscita fare tre o quattro curve in autonomia. Ho ancora impresso il suo sorriso.

È una grande soddisfazione riuscire a ottenere quello che mi immaginavo, perché tante volte io mi immagino una cosa poi non si avvera e rimango anche male, e invece quando si avvera è una cosa bellissima".